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tesia, con quanta bontà, sono stato da lei e dalla zia ricevuto. La visita che loro ho fatta mi ha colmato di giubbilo, di
consolazione1. Qual differenza fra la politezza di quelle dame, e le maniere basse e triviali di queste donne che non conoscono né la civiltà, né la convenienza. Ah! signora marchesina del Bosco, se foste ricca quanto siete bella e gentile!...
Ma chi sa? Ho concepito nella mia mente un progetto... Se potessi sperare di ritrovar il marchese docile e ragionevole... Ma eccolo risvegliato2
SCENA III3
Il Marchese ed i suddetti.
Marchese. (Strofinandosi gli occhi, chiama) Fiorillo.
Fiorillo. Signore.
Marchese. Mio figlio?
Fiorillo. E sortito, signore.
Marchese. Perchè non m’hai?... Dove è andato?
Fiorillo. Andava, mi disse, dalla signora marchesina.
Marchese. (Da sè) Voglio anch’ io... (a Fiorillo) La carrozza.
Fiorillo. Ma i cavalli...
Marchese. (Con calore) Bene, bene, benissimo. La carrozza.
Fiorillo. Andrò a vedere. (parte)
SCENA IV4
Il Conte ed il Marchese.
Conte. Voi volete sortire, signor marchese?
Marchese. Vorrei andar da mia fi... avrei da dirle... bene, bene, benissimo.
Conte. Mi sono procurato, poco fa, l’onore di riverirla. Era lungo tempo ch’io non l’aveva veduta. Ella ha perfettamente adempito quanto nella sua tenera età prometteva. Le sue grazie si