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ATTO QUARTO.
SCENA PRIMA.
Il Cavaliere e Fiorillo.
Cavaliere. Poiché mio padre dorme, profitterò del tempo. Andrò a veder mia sorella: tu glielo dirai quando ei sarà risvegliato.
Fiorillo. Sì, signore.
Cavaliere. Sai tu se il conte di Casteldoro sia in casa?
Fiorillo. Sì, signore. L’ ho veduto rientrare, ed è salito per andare, io credo, da madama Dorimene.
Cavaliere. (A parte) Faccia quanto può, e quanto sa. No, il conte non è per me un rivale a temersi. Son sicuro del cuor di Eleonora, e non dispero di guadagnar l’animo di madama Araminta. (parte
SCENA II1
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Fiorillo, poi il Conte.
Fiorillo. Eh, signor cavaliere. Capisco bene che non siete molto contento. So a poco presso tutti i vostri disegni, e tutti gli impedimenti che v’imbarazzano... Oh! avrò di che divertire la curiosità di Frontino. (va a sedere vicino all’appartamento
Conte. (Da sé, non badando a Fiorillo) Sono stanco: sono annoiato. Sempre dell’indifferenza, sempre un’aria di disprezzo, di non curanza. Un uomo della mia sorte! Io! che avrei potuto scegliere, e che avrei potuto farmi desiderare... (vedendo Fiorillo) È egli in casa il signor marchese?
Fiorillo. Sì, signore. Egli era un poco affaticato dal viaggio, e presentemente riposa.
Conte. (A parte) Quanto sua figlia è amabile! quanto è gentile! Sono ancora penetrato e confuso ripensando con quanta cor-
- ↑ Comprende le scene 2 e 3 dell’originale francese.