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Cavaliere. Conosco anch’io madama Dorimene di lui sorella. La pregherò dal canto mio di volersi impiegare per me. Ma ecco il signor conte di Casteldoro.
SCENA VIII1.
Il Conte ed i suddetti.
Conte. Scusate, signor marchese...
Marchese. Ah!.. Conte mio, buon giorno. Come state di salute? Io?... lo vedete: benissimo per servirvi.
Conte. Sempre allegro il signor marchese, sempre gentile.
Marchese. Oh io... bene, bene, benissimo.
Conte. (Al Cavaliere) Come si porta il signor cavaliere?
Cavaliere. Disposto sempre agli ordini vostri.
Conte. (Al Marchese) E la signora marchesina?
Marchese. Mia figlia?... Ella è venuta in compagnia voi la conoscete sua zia.
Conte. Sì, signore. Ho l'onor di conoscerla. Andrò fra poco a rendere i miei doveri a queste dame, e spero mi accorderanno il favore di venir a cenar con noi questa sera.
Marchese. Oh! voi siete sempre... bene, bene, benissimo. Scusatemi se son venuto... ma... senza cerimonie, vi prego.
Conte. Voi lo vedrete. Non vi darò che la mia cena ordinaria.
Marchese. Bene, bene, benissimo. Così... cogli amici... liberamente.
Conte.(Additando un appartamento) Ecco qui, signori... mi hanno detto che domani vanno a Versaglies.
Marchese. Sì... perchè...
Conte. Mi dispiace che sia sì presto. Ecco là, signori, l’appartamento che vi ho destinato.
Cavaliere. Mi è permesso, signore, d’andar a riverire madama Dorimene? (al Conte
Conte. Voi le farete un onore, e un piacere.
Cavaliere. Lo permettete voi, signor padre? (al Marchese
- ↑ Scena 9 del ms.: come al solito, il dialogo fu modificato dall’autore.