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SCENA V1
Frontino e Fiorillo.
Frontino. Il tuo padronè ha buon odorato. Oggi abbiamo una cena stupenda. Una cena per trenta personè.
Fiorillo. Diancine! il tuo padrone è magnifico. Tu servi in una casa dove si tripudia e si sguazza. Mi consolo con te, Frontino: tu ti sarai fatto ricco.
Frontino. Ricco! non ricco... ma... così e così.
Fiorillo. E molto tempo che tu sei con questo padrone.
Frontino. Sì, è vero. Mi ci sono attaccato.
Fiorillo. Anch’io ho dell’attaccamento per il mio: ma non ho speranza di mettere quattro baiocchi da parte. Se non ci fosse il profitto delle carte, non ci resterei certamente.
Frontino. Vi sono degl’incerti nella casa dove tu servi?
Fiorillo. Oh sì2: e qualche volta sono considerabili: ma tu ne avrai ben d’avantaggio.
Frontino. Io? Vuoi tu che io ti parli schietto? Come un buon camerata? Ho un salario assai modico, e ne anche un soldo d’incerto.
Fiorillo. Ma tu sei sciocco. Frontino mio. A Parigi, un uomo come tu sei, tu troveresti cento case eccellenti con un salario considerabile, e con de’ profitti di conseguenza.
Frontino. Conosceresti tu qualcuno che volesse impiegarsi per me?
Fiorillo. La cosa è facile: ma tu sei attaccato al tuo padrone.
Frontino. Ci sono attaccato, è vero: ma non ci sono inchiodato.
Fiorillo. Tu hai ragione: egli ti tratta sì male. Ciò mi farebbe credere ch’egli fosse malcontento di te.
Frontino. Oh! t’inganni. Sono il suo favorito, il suo confidente.
Fiorillo. Io non capisco niente. Se fosse un avaro, pazienza, ma un uomo generoso...