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GLI AMANTI TIMIDI 33

Dorotea. Che ritratto?

Anselmo. Il ritratto. (come sopra)

Dorotea. Io non capisco niente.

Anselmo. Fuori quel ritratto.

Dorotea. Io non ho ritratti1.

Anselmo. So tutto. Fuori quel ritratto.

Dorotea. In verità, quasi, quasi mi fareste ridere.

Anselmo. Non ridere; giuro a Bacco Baccone. Metti fuori il ritratto.

Dorotea. Qual ritratto?

Anselmo. Del signor Roberto.

Dorotea. Signore... (le viene da ridere)

Anselmo. Non ridere, che giuro al cielo, ti farò piangere.

Dorotea. Chi vi ha detto che io abbia il ritratto del signor Roberto?

Anselmo. Chi me l’ha detto? Carlotto me l’ha detto. E Camilla voleva negarlo, ed è stata convinta, e l’ha confermato.

Dorotea. Che cosa vi hanno detto?

Anselmo. Che tu hai avuto un ritratto; e fuori quel ritratto. E... giuro a Bacco Baccone...

Dorotea. Oh! se Carlotto vi ha detto che ho avuto un ritratto, se Camilla l’ha confermato, dirò la verità: sì, signore, l’ho avuto.

Anselmo. Ah! ah! fuori quel ritratto.

Dorotea. (Fa bocca da ridere.)

Anselmo. Imprudente! sono cose da ridere?

Dorotea. Oh! io non rido. (si sforza) Ecco qui; io sono figlia obbediente; ecco il ritratto che mi domandate. (glielo dà)

Anselmo. Sfacciata! Direi di quelle cose che non si dicono e che non sono state mai dette. (sdegnato)

Dorotea. Si potrebbe saper, signor padre, che cosa avete con me?

Anselmo. Ancora me lo domandi?

Dorotea. Pare ch’abbia fatto qualche gran cosa.

Anselmo. Ti pare una bagattella? Sono cose da ridere?

Dorotea. Parliamo sul sodo, signor padre. Di chi credete voi che sia quel ritratto?

  1. Ed. Pasquali, ed. Bolognese: Io non ho ritratto.