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ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.

Il Conte e Frontino.

Conte. Frontino.

Frontino. Signore.

Conte. Va a vedere come sta madamigella Eleonora.

Frontino. Vi è nell’anticamera uno de’ vostri convitati che desidera di parlarvi.

Conte. E chi è egli?

Frontino. E quel giovine, che giorni sono vi ha letto una commedia di sua composizione.

Conte. Ah, ah! il signor Giacinto: che venga.

Frontino. (Alla porta per dove è entrato) Signore, se vuole entrare, è padrone. (parte per la porta che va da madama Dorimene)

SCENA II1).

Il Conte, poi Giacinto.

Conte. Buon giorno, signor Giacinto. Mi dispiace infinitamente che il messo che ho rimandato da voi non vi abbia ritrovato in casa. Vi faceva avvertir, che in luogo del pranzo sospeso per un accidente, mi avreste favorito alla cena.

Giacinto. Non vi è alcun male, signore; avrò intanto l’onore...

Conte. Spero che non mancherete di venir questa sera.

Giacinto. Riceverò con piacere le grazie vostre: ma avendo ora la fortuna di ritrovarvi solo, e disoccupato, vorrei farvi vedere i cangiamenti che ho fatti alla lettera dedicatoria, e di più qualche altra cosa, di cui mi lusingo sarete contento.

Conte. Udite, signor Giacinto. Poiché voi volete assolutamente dedicarmi questa vostra commedia, ho creduto ben fatto d’i-

  1. L’autore, traducendo o parafrasando il testo francese, introdusse varie aggiunte in questa scena.