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Mia sorella abita qui sopra; la mia sposa e sua madre sono alloggiate da mia sorella, per queste non occorre.... ecco i biglietti d’invito per il resto della compagnia. Noi saremo trenta persone in tutto. Spedisci subito a ciascheduno l'invito, e che tutti que’ che si trovano, diano positiva risposta perch’io possa, in caso di rifiuto, sostituire degli altri.

Frontino. Trenta persone! Sapete voi, signore, che un desinare per trenta persone...

Conte. Capisco benissimo. Ci vuol giudizio, e unire insieme, quanto si può, l’economia e la magnificenza.

Frontino. Per esempio, voi avete dato da cena l’altra sera a queste tre signore...

Conte. Sì, una piccola cena: ma oggi si tratta di far parlare di me.

Frontino. Eppure quella piccola cena voi avete trovato che costava....

Conte. Non perdere il tempo in parole inutili.

Frontino. Mi avete stracciato il conterello in faccia, e non me l’avete ancora...

Conte. Ecco mia sorella. Vattene.

Frontino. (Sono in un imbarazzo terribile. Oh, questa volta, signor Frontino, preparatevi, per ricompensa, d’esser mandato al diavolo). (da sé, e parte

SCENA III.

Il Conte e madama Dorimene.

Conte. Buon giorno, sorella amatissima. Come state di salute?

Dorimène. Benissimo. E voi?

Conte. Io? Ottimamente bene. Come un uomo fortunato e contento, vicino a possedere una sposa piena di merito e di qualità.

Dorimène. Vi siete dunque determinato in favore di madamigella Eleonora?