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26 ATTO PRIMO

Camilla. Questa sera assolutamente?

Roberto. Senz’alcun dubbio.

Camilla. (Ah il mio Arlecchino! Ah non vedrò più il mio caro Arlecchino!) (da sè)

Roberto. Che avete, Camilla? Vi dispiace tanto la mia partenza?

Camilla. Signore... mi dispiace sicuramente.

Roberto. Dite la verità. Vi dispiace per me, o per Arlecchino?

Camilla. Arlecchino... ha il suo merito... Ma nè egli pensa a me, nè io penso a lui.

Roberto. E se egli pensasse a voi?

Camilla. Io non so niente. Io non sono portata per queste cose; e mi farete piacere a mutar discorso.

Roberto. (Non saprei. Mi pare, e non mi pare). (da sè)

Camilla. (Ho taciuto finora. Sarebbe imprudenza la mia, se mi spiegassi fuori di tempo). (da sè)

Roberto. Orsù, volete voi dare il mio ritratto alla signora Dorotea?

Camilla. Cosa volete ch’ella faccia del vostro ritratto?

Roberto. Se non volete darglielo, non l’avrà.

Camilla. Date qui, date qui. (prende il ritratto, e lo mette in uno dei due taschini del grembiale.)

Roberto. Il signor Anselmo è in casa?

Camilla. L’ho veduto ch’era per sortire.

Roberto. Andrò ad avvertirlo della mia partenza.

Camilla. Andate, che prego il cielo... (alterata)

Roberto. Di che?

Camilla. Niente, niente.

Roberto. (Potrebbe darsi ch’ella amasse Arlecchino. Se così è, questo viaggio gli farà del bene). (da sè, parte)

SCENA VIII.

Camilla sola.

Mi sento proprio che l’ammazzerei. Andar via, e condurmi via il mio caro Arlecchino! Il mio Arlecchino? E come posso chiamarlo mio, se probabilmente egli non pensa a me, nè poco,