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GLI AMANTI TIMIDI 25


citi; perchè ho cento cose da fare, e questa sera si ha da partire.

Arlecchino. E sta sera s’ha da partir? (sospirando)

Roberto. Sospiri? Sei sì fortemente innamorato di questa città?

Arlecchino. E la vol che lo diga a Camilla? (sospirando)

Roberto. Sì. Perchè?

Arlecchino. Ghe lo dirò. (sospirando, e in atto di partire)

Roberto. Vieni qua, vieni qua. Sarebbe ella forse che ti fa piacere Bologna?

Arlecchino. Caro sior patron, son de carne anca mi.

Roberto. Ed ella ha dell’inclinazione per te?

Arlecchino. No so gnente.

Roberto. Povero pazzo! Va, va, domani sarai guarito.

Arlecchino. Ah! sior patron.

Roberto. Cosa c’è?

Arlecchino. Son inasenìo1 come va. (parte)

SCENA VII.

Roberto, poi Camilla.2

Roberto. Povero giovane! Lo compatisco. So anch’io che cosa è l’amore. Non s’è mai spiegato! Non avrà avuto coraggio. Conosco il suo temperamento. È timido. È il più buon figliuolo del mondo.

Camilla. (Povera me! Che nuova mi ha dato Arlecchino! Se va via, mi porta via il cuore). (da sè) Che cosa mi comanda, signore?

Roberto. Oh! quella giovane, scusate se vi ho incomodato.

Camilla. Niente, signore. Son qui ad obbedirla. (confusa)

Roberto. Voi sapete che ho promesso il mio ritratto alla signora Dorotea... e siccome deggio partir questa sera...

  1. Innamorato come asino. V. Boerio.
  2. Si avverta che nell’ed. Pasquali è stampato sempre Cammilla. Nelle sue lettere il Goldoni scrive ora Cammilla e ora Camilla; ma in francese dice sempre Camille. Noi seguiamo l’uso più comune dell’ed. Zatta.