Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
308 |
"non era soggetto da opera buffa e che non farebbe ridere "(Da Ponte, Memorie, Bari, Laterza, 1918, vol. I, p. 106, vol. II, p. 279), l’opera piacque e corse i teatri d’Europa. Altra opera trasse dal Burbero, con discreta fortuna, su libretto di Arrighi, il maestro F- A. Blasis per il 5. Moisè di Venezia l’anno 1800 (Riv. musicale, Firenze, 1842, 21 novembre, p. 125). Ben diversa sorte toccò a un B. b., con parole di G. Checchetelli e musica di D. Alessandro Carcano, rappresentato nel carnevale del 1841 al Valle di Roma. A chi vuol leggere il librettista dice: "Piacque al maestro scegliere a soggetto di un primo lavoro teatrale il B. b. del Goldoni. Le delicate passioni che in quello si svolgono avevano toccato il cuore di lui, ed io fui chiamato a ridurre in un melodramma di un atto quella commedia". La musica, ahimè!, non toccò il cuore del pubblico, come si rileva dal Ricoglitore di notizie teatrali (3 febbraio 1841, p. 179): "Con enfatiche promesse che destavano ubertose speranze, venne prodotto un nuovo melodramma intitolato: Il Burbero benefico; ma divenne malefico all’impreseu-io, ai cantanti, all’orchestra e, più che ad altri, al maestro Marchese Carcano. Il Don e il Marchesato, e l’essersi annunziato membro di varie accademie, non lo salvò da una perenne echeggiante vicenda di risate, fischi ed urli. Dovette intervenire la forza armata per tutelare la ritirata del maestro". E la critica non risparmiò neppure la "parola, misera ancor essa".
E. M.
Le Bourru bienfaisant fu stampato la prima volta nel 1771 "à Paris, chez la Veuve Duchesne, Libraire, me Saint- Jacques, au Tempie du Goût", in 8°, pp. VI- 106; e ristampato ivi più volte dallo stesso libraio-editore. Nel 1772 si ricorda una ristampa a Vienna (Ghelen) e un’altra a Bruxelles (Berghen); nel 1773 le Bourru uscì a Napoli e di nuovo a Parigi ("chez Durand Imprimeur, Libraire, Rue Saint-Jacques"), nel 1774 a Livorno (nel t. VII della Collection de Tragédies, Comédies et Drames choisis etc. "chez Thomas Masi et C.ie"). Altre ristampe, tutte più o meno scorrette, si ricordano a Londra, nel 1779 e nel 1797 (per cura di G. Polidori), e altra nel 1785 (T. Hookam. in 8°, pp. 97). Ma una bibliografìa diligente e completa manca finora. Noi abbiamo seguito fedelmente la prima edizione del 1771, corretta dall’autore, non senza tenere sott’occhio le recenti ristampe di Ernesto Masi (Scelta di Commedie di C. G, Firenze, Le Monnier, 1897, t. II) e di Gius. Lesca (Firenze, Sansoni, 1901): solo abbiamo corretto la grafia di qualche parola, avvertendo in nota a piè di pagina: e abbiamo aggiunto, per facilità di lettura, molti accenti, poiché nel testo originale si trova stampato Valere, premiere, niece, grace ecc. — Per la traduzione del Goldoni stesso, che abbiamo stampato in Appendice, abbiamo pure seguito il testo originale del 1789 (a Parigi, presso la Vedova Duchesne), riprodotto pure nel t. XXIV del Teatro Moderno Applaudito (Venezia, 1798); mentre nelle principali raccolte delle commedie goldoniane, compresa l’ed. Zatta, si ristampò quasi sempre la versione di Pietro Candoni, edita per la prima volta nel 1772 a Venezia dal Savioli, la quale riapparve anche di recente, nel 1908, nell’Antologia goldoniana per cura di Rosolino Guastalla (Livorno, ed. R. Giusti).