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si sentiva lusingato dalla circostanza che il Préville, ritiratosi allora, doveva recitarvi. L’incomparabile artista non mancò di piacere, anzi di sorprendere, come di consueto; la mia commedia acquistò nuovi amici ed io stesso nuovi prolettori".

1787, 16 ottobre. "La sera alla Comédie Française, Molé recitò il B.b. e non è possibile portar l’arte del recitare a più alto grado di perfezione". (Artur Young, Voyages en France, Paris 1794, T. I, p. 213). Il Joannidés salta il 1787. Chi ha ragione dei due? Notiamo intanto che ritiratosi non definitivamente, come si vedrà, il Préville, gli era successo nella parte di Geronte il Molé.

1791, 1 dicembre. Pregato dagli antichi compagni che per la concorrenza di nuovi teatri rivali navigavano in cattive acque riappare alla Comédie, ribattezzata in omaggio ai tempi in Théâtre de la Nation, e vi recita il suo prediletto B. b. il Préville. Nel Journal des spestacles (1791, 2 dicembre) si legge: "Tutti sanno qual nome si sia fatto il Préville nel B. b. Vi è comparso giovedì 1 dicembre e mostrò nella parte di Geronte cento nuove bellezze... Era in teatro la Regina. Venne accolta come doveva essere da Francesi e gli applausi andarono divisi tra la Maestà della Regina e l’indistruttibile impero del talento. Non convien passare sotto silenzio una felice trovata del Dazincourt. Al terzo atto Marton dice a Piccardo parlando delle stravaganze di Geronte: Peccato ch’abbia quel difetto. La risposta di Piccardo sarebbe: E chi non ne ha? Il Dazincourt rispose: Difetti? Chi? Il mio padrone? Non ne ha e lo credo perfetto quanto si può essere. Il pubblico prese senz’altro la frase come se fosse stata del Goldoni e la riferi al Préville con un applauso ripreso cinque volte " (Olivier, op. cit. p. 86).

1793, 18 giugno, recita per la famiglia Goldoni, sollecitata dagli attori del Théâtre français con lettera del ministro Clavière (del 17 febbr., v. Rabany, op. cit. pag. 253), il quale per ottenere meglio lo scopo trasforma il nostro Goldoni in fiero giacobino (cfr. Masi, Scelta cit., pag. XIX). Poiché dalla primavera del 1792 all’agosto del ’94 il Préville stette lontano dalla scena, Geronte fu probabilmente il Molé. La C. F. conserva nei suoi archivi l’affisso di questa recita. (Così Jacopo Caponi, Il Proscenio di Napoli, 28 gennaio 1901). L’incasso di lire 1859 e 15 soldi venne dato senza ritenuta di spese al nipote Antonio Goldoni, il quale anche a nome della vedova ne rilasciò ricevuta confermando "nella sua qualità di solo ed unico erede del fu Goldoni, suo zio, la cessione da lui fatta il mese di febbraio 1792 alla Comédie française di tutti i diritti di proprietà sulla commedia il B. b.". Di tale cessione tratta la lettera del G. al Molé in data 21 ottobre 1791 {Soccorriamo i poveri bambini rachitici. Strenna pel 1907. Venezia, pp. 50-52), dove l’a. chiedeva 100 luigi (2400 lire) più il condono di un prestito di luigi 25 (lire 600) avuto dalla C. F. E si conosce ancora una ricevuta del G. in data 30 gennaio 1792 per lire 1200 "qui complettent le montant de la convention aux termes de laquelle je cède et transporte à la C. F. la propriété et la jouissance exclusive du B. b." insieme a una lettera di ringraziamento del 1 febbraio (Rabany, op. cit., pp. 311, 312).

1794, 27 giugno, s’inaugura il Théâtre National, detto anche dell’Egalité, con uno spettacolo per il popolo, del quale faceva parte il B. b. Durante