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Non vi dimando niente per me, basta ch’io possa satisfar nobilmente i miei creditori. Vi prometto per mia moglie, e per me, che la miseria non farà impressione alcuna ne’ nostri cuori, qualora in mezzo alle disavventure ci resti la consolazione di conservare una probità senza macchia, e possedere il vostro amore, la vostra stima, e la vostra sensibilità.
Geronte. (Intenerito) Disgraziato! Tu meriteresti (da sè) Io sono un imbecille, uno sciocco; perchè lo ascolto? Ma questa specie di fanatismo del sangue mi parla in favor di un ingrato. Sì, indegno! Pagherò i tuoi debiti, e la mia bontà ti metterà in grado, può essere, di contrattarne degli altri1
Leandro. (Con tuono di commozione) No, mio zio, non temete, spero che la mia condotta meriterà la vostra approvazione, ed il vostro compatimento.
Geronte. Qual condotta, povero scimunito? Quella di un marito infatuato, che si lascia dirigere da una moglie vana, audace, ambiziosa?
Leandro. (Vivamente) Ah, mio zio, v’ingannate; mia moglie non ha avuto parte alcuna ne’ miei disordini. Voi non la conoscete.
Geronte. (Ancor più vivamente) Perfido! Tu la difendi? Mentisci in faccia mia! Bada bene. Vi vuol poco, che a cagion di tua moglie non ritratti la promessa, che mi hai carpita.... Sì, sì, la ritratterò...2 Tua moglie? Il nome suo mi fa orrore.
Leandro. Voi mi lacerate il cuore.
SCENA VI.
Costanza, Geronte, Leandro.
Costanza. Ah! signore, se voi mi credete la cagione della rovina di vostro nipote, è giusto ch’io sola ne soffra la pena; l’ignoranza degli affari domestici nella quale ho finora vissuto
- ↑ Testo: degl’altri..
- ↑ Nel testo è stampato: Sì, sì la ritratterò tua Moglie? Il nome suo ecc. — Nella trad. del Candoni qui si legge: Sì, sì la ritratterò... Tu non avrai nulla del mio. Tua moglie!... Io non posso soffrirla, non voglio vederla. E in quella di Elisabetta Caminer: Sì, sì, la rivocherò; tu non avrai niente da me. Tua moglie! tua moglie! Non posso soffrirla; non la voglio vedere.