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Picard. (Ricusando la canna) Non vo lontano.

Geronte. (Con vivacità) Prendila... assolutamente lo voglio.

Picard. (Prende la canna e partendo dice) Che cuor tenero! Che padrone adorabile!

SCENA XVII.

Geronte, e poi Marta.

Geronte. (Passeggiando a grandi passi) Quest’è la prima volta... Ho sdegno contro di me medesimo, contro la mia vivacità. E Dorval che mi ha impazientato.

Marta. Signore, se volete pranzare, tutto è pronto.

Geronte. Va’ al diavolo, (corre a chiudersi nel suo appartamento)

SCENA XVIII 1.

Marta sola.

Buono! a quel ch’io vedo, oggi non si pranzerà così presto. Non potrò far niente per Angelica, niente per Valerio. Vedo che cose s’imbrogliano più che mai. Meglio è ch’io faccia sortir Valerio dalla mia camera; e che se ne vada. Mi dispiace per quella povera figliuola, ma chi sa? Quando il male è giunto all’estremo, non si può che sperare il bene.


Fine dell'Atto Secondo..

  1. Ecco questa scena, ch’è la XXIII dell’originale, nella traduzione del Candoni: "Bella! bellissima! egli è sulle furie. Oggi per Angelica non c’è caso di nulla. Tanto fa, che Valerio se ne vada. (parte).