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Dorval. Non altra.
Geronte. Io vi do parola per lei; so quel che dico, ve ne assicuro, e tanto basta.
Dorval. Sarò ben contento se ciò si verifica.
Geronte. Sicuro sicurissimo, la cosa è fatta1 Caro nipote! abbracciatemi.
Dorval. (Sorridendo) Abbracciamoci dunque, il mio caro zio.
SCENA II.
Geronte, Dorval, Leandro.
Leandro. (Entra per la porta di mezzo, osserva Geronte e Dorval, e senza esser veduto, va a ritirarsi dietro la porta del suo appartamento.
Geronte. Questa è per me una giornata felice.
Dorval. Voi sempre più mi obbligate.
Geronte. Vado dal mio notaro; sarà tutto fatto per oggi, (chiama) Picard.
SCENA III 2.
Geronte, Dorval, Picard.
Geronte. La mia canna ed il mio cappello.
Picard. (Parte, e ritorna colla canna e il cappello.)
Dorval. Frattanto andrò a spicchiarmi da alcune coserelle 3, e ritornerò.
Geronte. No, no, attendetemi, sarò di ritorno fra pochi istanti, voi pranzerete con me.
Dorval. Ho una lettera importante a scrivere, deggio far venire il mio agente, che è una lega distante da Parigi.
Geronte. Andate a scrivere nel mio gabinetto, confidate la lettera a Picard, egli la farà ricapitare immediatamente, o andrà egli stesso a portarla. Picard è un buon servitore, fedele, esatto. Lo sgrido qualche volta; ma lo amo, e non lo cambierei con un altro.