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non si può decidere sommariamente. Essa merita riflessione, voi siete troppo sollecito, troppo vivace1.

Geronte. Non vi ci vedo alcuna difficoltà; se vi piace, se vi convince, tutto è detto,

Dorval. Ma...

Geronte. (Con collera) Ma, ma! Vediamo quest’altro ma.

Dorval. Contate per nulla la sproporzione di sedici anni a quarantacinque?

Geronte. Per nulla, voi siete ancora bastantemente giovine; conosco Angelica, ella non è una testa sventata.

Dorval. E poi potrebbe ella avere qualche inclinazione.

Geronte. Non ne ha alcuna.

Dorval. Ne siete voi ben certo?

Geronte. Ne son sicurissimo; animo, concludiamo; vado dal mio notaro, gli fo stendere il contratto, ed ella è vostra.

Dorval. Piano, amico, piano.

Geronte. Che? volete ancora affaticarmi, annoiarmi colla vostra lentezza, col vostro sangue freddo?

Dorval. Voi adunque vorreste...

Geronte. Darvi una bella fanciulla giovine, saggia, onesta, virtuosa con centomila scudi di dote, e centomila lire per un presente nuziale2. Sono condizioni queste, che debbano inquietarvi?

Dorval. Voi m’offrite molto più di quello ch’io merito.

Geronte. La vostra modestia in questo momento è inutile.

Dorval. Amico, non v’inquietate d’avvantaggio3. Voi lo volete?

Geronte. Sì, lo voglio, sì.

Dorval. E bene, accetto la proposizione, e vi acconsento di cuore.

Geronte. (Con giubilo) Veramente?...

Dorval. Ma a condizione...

Geronte. Di che?

Dorval. Che Angelica vi acconsenta.

Geronte. Non esigete altra condizione che questa?


  1. Anche Dorval è qui prolisso.
  2. Nel testo c’è il punto interrogativo.
  3. Soltanto in questo luogo è stampato nel testo d’avantaggio.