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Dorval. Progetti nuovi! Intraprese dubbiose! Oh quanti si sono per questa via rovinati!

Leandro. Ed io lo sono senza risorsa.

Dorval. Perdonatemi, vi siete condotto male; tanto più che avete una sorella da provvedere e da collocare.

Leandro. Certamente converrà cercar di darle uno stato.

Dorval. Tutti i giorni ella cresce in bellezza, e in casa vostra vi è spesso conversazione; vi vengono persone d’ogni età, d’ogni sesso, e la gioventù, amico... Voi m’intendete senza ch’io ne dica di più.

Leandro. Precisamente per questi riguardi, sino che mi riesca di rimediare a’ miei guai, ho pensato di collocare Angelica in un ritiro.

Dorval. Ciò non sarebbe che bene; ma ne avete voi fatto parte a vostro zio?

Leandro. No, perchè non vuol vedermi, perchè non vuol ascoltarmi; ma spero che voi coll’occasione che gli parlerete di me, avrete la compiacenza di parlargli di Angelica, e del mio progetto.

Dorval. M’impiegherò volentieri per una cosa, e per l’altra. Se vostro zio non è sortito di casa...

Leandro. Vediamo. (chiama) Picard.

SCENA XIII.

Leandro, Dorval, Picard.

Picard. Signore.

Leandro. Mio zio è egli sortito?

Picard. Non signore, è in giardino.

Leandro. In giardino! A quest’ora?

Picard. Quest’è il suo solito; quando ha qualche cosa per la testa, che l’infastidisce, va a prender aria in giardino.

Dorval. (In atto di partire) Vado a raggiungerlo.