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L’AUTORE

A CHI LEGGE1.


Q

UESTA è una di quelle Commedie, che possono facilmente rappresentarsi nelle Società di Dilettanti. Corta, di pochi personaggi, giocosa, modesta; ecco, come le vogliono in tali occasioni.

Il nome di Camilla, che ho dato alla Serva della Commedia, dà a divedere ch’io l’ho scritta per la Compagnia de’ Comici Italiani a Parigi; poiché con questo nome si chiama in Casa, in Città, e sopra la Scena quella celebre Attrice, che colà sostiene un tal personaggio.2

In Parigi la Commedia, quantunque a soggetto, ha piaciuto moltissimo in grazia del merito e dell’abilità della Servetta e dell’Arlecchino3 e in grazia forse delle situazioni Teatrali della Commedia medesima; lavoro faticosissimo, e necessario per far riuscire un simile Componimento senza l’aiuto del Dialogo, e senza Caratteri originali.

Venendomi domandate a Venezia delle Commedie, e convenuto che ne avrei mandate di quelle fatte a Parigi, scritte però intieramente, ed accomodate all’uso di que’ Teatri, questa è una delle sei che ho mandate quell’anno. L’ho scritta, e l’ho allungata. Può essere ch’io abbia mal fatto. Non so, se per colpa mia, o colpa d’altri, la Commedia in Venezia non ha riuscito. Temendo che l'allungamento l’abbia pregiudicata, l’ho ridotta ora a maggior

  1. Questa prefazione uscì in testa alla commedia nel t. XVII (1778-79) dell’ed. Pasquali di Venezia, dove fu stampata la prima volta.
  2. Allude il Goldoni a Camilla Veronese, figlia di Carlo Veronese, della quale parla a lungo nella terza parte dei Mémoires, capitoli 2 e 3 (ricordata anche nella prima parte, cap. 20). Vedi nel volume precedente le Note storiche della trilogia di Zelinda e Lindoro.
  3. Il torinese Carlo Berlinazzi, detto a Parigi Carlin. Vedi la Nota storica degli Amori di Zelinda e Lindoro nel voi. XX della presente edizione e i Mémoires del Goldoni, terza parte.