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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 143


oro, se ne volete, eccovi due altri anelli, due altri spiriti al vostro comando. Se seguitate il mio nemico, non sarete che poveri come nasceste; se seguitate il consiglio mio, goderete ancor dei piaceri di questo mondo.

Corallina. Oh cieli! Difendeteci voi, signore, dalle insidie di questo perfido. (al Genio Buono)

Arlecchino. Se raccomandemo alla so protezion. (al Genio Buono)

Genio Buono. (Ritirandosi un poco) Amici, io non posso aiutarvi che co’ miei consigli, e non ho altre armi per combattere il mio nemico che le vostre medesime volontà. Tocca a voi a decidere, a determinarvi; se vi piace di seguir lui, sarò forzato mio malgrado ad abbandonarvi. Se me seguir volete, fate forza a voi stessi, rinunziate alle sue lusinghe, ed assicuratevi della mia assistenza.

Corallina. Per me lo detesto, lo abborrisco...

Arlecchino. Che el vaga al diavolo.

Corallina. Non c’è più dubbio ch’io mi lasci sedurre.

Arlecchino. No lo ascolto più, no ghe abbado più...

Corallina. Rinunzio a tutte le sue lusinghe.

Arlecchino. Che el se petta1 el so oro e i so diavoli che lo porta.

Corallina. Ma osservate come ci guarda! (con timore al Genio Buono)

Arlecchino. El me fa paura. (al Genio Buono)

Corallina. Difendeteci contro dell’ira sua. (al Genio Buono)

Arlecchino. Per amor del cielo, no permette che el ne fazza del mal. (al Genio Buono)

Genio Cattivo. No, indegni, non temete di me. Se voi mi scacciate, sono costretto ad andarmene. Io regno sul cuore di quelli che mi credono, io regno sulle volontà di quelli che mi ascoltano; ho l’arte di persuadere, non ho il potere di forzare. Il mio nemico vi ha guadagnati: son vinto, sono avvilito. Non mi mancheranno nel tristo mondo nuovi oggetti a sedurre, nuove prede a contaminare. Guai a coloro che mi ascoltano, guai a color che mi credono! (si sprofonda accompagnato da fiamme)

  1. Petarse, tenersi stretto: detto con disprezzo. Vol. XVI, 396.