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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 139


tanta carità ed amore mi ha fatto in uno specchio vedere tutti i malanni ai quali il Genio nemico volea condurmi! Ah sì, ecco verificato il prognostico del Genio Buono. La tempesta orribile ed il naufragio ch’ei mi ha dipinto fra l’ombre, si è pur troppo verificato. Io salvata mi sono per il potere di questo anello fatale, ma non mi ha servito per salvare Arlecchino. Il povero sfortunato, perduto l’anello al gioco1 è precipitato in mare, e si è miseramente perduto. Che farò io in vita senza di lui? A che mi serve ora questa gemma incantata? Che voglio far di questo spirito qui rinchiuso, se non ha avuto il potere di conservarmi il mio caro, il mio adorato marito? Maledetto spirito! Perduto Arlecchino, ho perduto tutto, non so più che fare di te, vattene all’inferno donde partisti. Vattene, anello infame, ti seppellisco dove sepolto è il mio bene. (getta l' anello nel fiume) Ohimè! qual tremore mi assale? Mi sento ardere internamente. Il cor mi palpita, e par che voglia balzar fuori del petto. Mi suda la fronte... Mi si oscura il giorno.... Farmi che il terreno vacilli... Oh cielo!... Mi sento morire... Non vi è nessuno che mi soccorra... non vi è chi riceva gli ultimi miei respiri... Oimè! gente, aiuto, soccorso.

Agata. Che avete, poverina?

Lena. Cosa mai vi è accaduto?

Corallina. Soccorretemi per carità.

Agata. Venite con noi.

Lena. Venite, venite nella capanna. (le due sostengono Corallina ed entrano)

SCENA IV.

Tognone, Medoro ed altri Pescatori vengono col grosso bottello alla riva; scaricano molti canestri di pesci, e all’ultimo tirano in terra una rete piena e la lasciano senza aprirla.

Tognone. Oh la buona pesca che abbiamo fatto!

Medoro. In grazia del temporale, siamo stati oggi più fortunati del solito.

  1. Così nel testo. Vedasi la Nota storica.