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126 | ATTO QUARTO |
Arlecchino. Come oggio donca da far? Moro da voggia de veder ste bellezze de Barbaria.
Genio Cattivo. Il colore del vostro viso potrebbe farvi passar per un nero, e potreste entrare liberamente.
Arlecchino. Ma co sto abito...
Genio Cattivo. È vero; l’abito vi potrebbe tradire, vi ho pensato. Venite meco. Vi condurrò da un mercante di schiavi che io conosco. Comprerete un abito ed entrerete col seguito degli eunuchi.
Arlecchino. Bravo, andemo subito: e se nasce qualcossa, volto l’anello, e bona notte patroni. (parte)
Genio Cattivo. L’anello è inutile, e tu sarai la vittima della tua inclinazione. (parte)
SCENA II.
Al suono di tamburini e trombette turche ed altri strumenti, vengono le Donne turche, coperte dai loro veli, scortate dagli Eunuchi neri che precedono e chiudono la marcia. Si aprono le porte della moschea. Fanno il giro del teatro ed entrano per ordine nella moschea.
Nel tempo che fanno il giro, verso la fine, comparisce Arlecchino in abito di eunuco nero con un tamburino. Seguita anch’egli la marcia, ed entra con gli altri nella moschea.
SCENA III.
Entrati tutti, si chiudono le porte e cambia subito la sinfonia della marcia in un’altra sinfonia più dolce, al suono della quale discende una nuvola a terra, sparisce e vedesi
Corallina seduta ed addormentata sopra un sedile
laterale di pietra.
Corallina. (Destandosi a poco a poco) Dove sono? dove mi trovo? Vedo due guardie turche. Sarebbe questa per avventura la città di Tripoli? Non ardisco di domandarlo, poichè quelle figure mi mettono in apprensione. Ma credo certamente di