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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 115

mente da voi. (Betzi si accosta al Servitore che le dà del denaro. Ella va a prendere una bottiglia e gliela dà; il Servitore colla bottiglia parte. Intanto Corallina dice:

Corallina. Lo so che non è lecito ad una giovane maritata il far delle conoscenze, ma perchè sarà lecito ad un marito? Questa è una legge ingiusta. Eppure bisognerà uniformarsi. Ma la vendetta ch’io voglio fare di mio marito? E la lezione ch’io voglio darci, acciò non mi faccia più soffrire la gelosia? Zitto, mi viene un pensiere1 a proposito. Non è necessario ch’io dica di essere maritata. Se passo per fanciulla, mi è permesso di far qualche conoscenza col pretesto di volermi accasare. La cosa non dee andar in lungo. Mi basta poter tormentar Arlecchino, e poi la conoscenza si manda a spasso... Non vorrei per altro... Eh niente, niente, non vi è paura di niente.

Betzi. E così, signora? Torno a dirvi ch’io non facilito le conoscenze alle giovani maritate.

Corallina. Ma chi vi ha detto ch’io sia maritata?

Betzi. Lo siete o non lo siete?

Corallina. Non lo sono.

Betzi. Siete dunque fanciulla?

Corallina. Fanciullissima.

Betzi. Vorreste voi maritarvi?

Corallina. Perchè no?

Betzi. Chi avete con voi? chi vi ha condotta? chi vi custodisce?

Corallina. Una persona.

Betzi. Una persona? Maschio o femmina?

Corallina. Maschio, maschio.

Betzi. Maschio, maschio! Signora mia, scusatemi, io non ho l’onor di conoscervi. Questo maschio che vi custodisce, è qualche vostro parente?

Corallina. Oh sì, mio parente.

Betzi. Parente vero, o parente supposto?

  1. Così nel testo.