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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO | 113 |
cattivi consigli del Genio Nero. Ma io ne ho la colpa, io che mi sono lasciata vincere dall’ambizione, dalla curiosità. Quale rimedio vi può essere presentemente? Ah sì, mi par ancor di vederlo quel giovinetto dabbene che mi ha consigliato a non abbandonare la mia capanna; mi par di vederlo venirmi incontro, e dirmi con quel labbro ridente, con quella voce gentile: Corallina, ritorna al tuo paese; ritorna, Corallina; Corallina, ritorna. Sì caro, ritornerò... Ma mio marito? Che tuo marito ritorni anche esso con te. Sì, mio marito verrà con me, torneremo insieme... E se mio marito, che ora ha preso un’altra carriera di vivere, continuasse a fare la stessa vita? Non potrebbe lasciarmi sola nel bosco, e andar qua e là cercando delle avventure, e correndo dietro alle paesane de’ nostri contorni? Sì, certamente; e in tal caso? Povera me! in tal caso sarei io sola la sagrificata. Qual rimedio dunque potrei trovare per rimettere nello stato primiero il cuore di mio marito? Indegno! Mi lascia sola? Si scorda di me? Corre dietro alle donne? Mi vuol far crepar di gelosia? Bisognerebbe... Sì, se lo merita quel briccone; sì, voglio che provi anch’esso la gelosia. Il primo incontro che mi capita, il primo Inglese che mi fa buona ciera, vedrà Arlecchino, se saprò prevalermi del suo buon esempio. Onestamente, m’intendo onestissimamente, ma voglio farlo crepare. Il cuor mi dice ch’io non lo faccia.... Ma se non vi è altro rimedio, per farlo pentire della sua condotta, bisogna assolutamente ch’io gli faccia provare quella stessa pena che io provo per lui. E quando sarà disperato, e quando sarà pentito, allora poi faremo de’ nuovi patti, e niente fu, niente sia, saremo allora del pari, e torneremo nella nostra prima tranquillità.
SCENA VIII.
Betzi e la suddetta.
Betzi. Signora, avete voi bisogno di qualche cura?
Corallina. Chi siete voi, quella giovane?
Betzi. Sono la padrona della bottega. Mi ha detto il garzone che