Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/119


IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 111

SCENA V.

Betzi, poi il primo Garzone.

Betzi. Ecco il solito inganno de’ viaggiatori. Osservano i costumi delle nazioni, ma trascurano il buono, e portano via le caricature. Garzoni! (chiama) Ripulite questi tavolini, e rimettete le sedie al loro luogo. (parte)

SCENA VI.

Il primo Garzone che accomoda e ripulisce; poi Corallina, vestita all’inglese.

Corallina. Dove mai si sarà perduto questo birbante di mio marito? Mi ha detto che andava al caffè e che subito ritornava.

Garzone. Comanda qualche cosa, signora?

Corallina. Ditemi, amico, questa mattina sarebbe capitato per avventura alla vostra bottega un signor forastiere?

Garzone. Sì signora; il diavolo ne ha mandato uno.

Corallina. Perchè dite che il diavolo lo ha mandato?

Garzone. Perchè mi ha fatto l’impertinenza di rompermi una pipa in faccia.

Corallina. Lo conoscete questo forastiere?

Garzone. Non lo conosco, non è più stato a questa bottega, e spero non avrà più voglia di ritornarvi.

Corallina. Perchè? Cos’è stato? (Non vorrei che fosse Arlecchino). (da sè) Gli è succeduto qualche cosa di male?

Garzone. Ha avuto una ronfa di pugni, che se ne ricorderà per un pezzo.

Corallina. (Povera me!) (da sè) Sapete di che nazione sia questo forastiere?

Garzone. Al parlare, io l’ho preso per italiano.

Corallina. E non sapete come si chiami?

Garzone. Io non lo so precisamente, ma l’ho sentito gridare come uno spiritato: Sono il cavaliere Batocchio, rispettate il cavaliere Batocchio.