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108 | ATTO TERZO |
e cose simili, con parole corte e interrotte, mettendosi tutti in azione contro Arlecchino. Lui si annoia e si arrabbia, ed attacca il Piloto. Si battono questi due, e gli altri Inglesi osservano, in positura di battersi anch’essi dopo il Piloto. Questi carica Arlecchino di pugni, ed egli non potendo resistere, volta l’anello, batte il piede, chiama lo Spirito, si rende invisibile, e mena un pugno al Piloto. Il Piloto non vedendo arlecchino, crede che il pugno venga dall'Artefice, e lo attacca, e si battono questi due. Arlecchino invisibile dà un pugno al Capitano, egli crede averlo avuto da quei che si battono, ed entra per terzo. Arlecchino come sopra dà un pugno al Mercante, si battono i quattro. Arlecchino ride e gode, poi si fa vedere. Tutti quattro sono contro di lui. Egli torna invisibile. Gli Inglesi, acciecati dalla collera, prendono i Garzoni per Arlecchino, vogliono batterli. I Garzoni fuggono. Gl’Inglesi li seguono. Arlecchino resta solo, ridendo, e saltando, e baciando l’anello. In questo
SCENA IV.
Betzi ed Arlecchino.
Betzi. Cos’è questo rumore?
Arlecchino. Quattro matti che s’ha bastonà coi omeni de bottega.
Betzi. Mi maraviglio che abbiano osato di perdere il rispetto alla mia bottega! Licenzierò i garzoni, e gl’Inglesi me ne renderanno conto.
Arlecchino. Me consolo a sentir che la sia ella la patrona. La gh’ha rason d’esser disgustada, e la consegio de far castigar quei quattro Inglesi. Sopratutto uno che all’abito m’ha parso mariner o piloto. Maledetto! El menava pugni da diavolo. (Squasi più el me rompeva una costa). (da se)
Betzi. Avete veduto? Siete stato presente?
Arlecchino. Son stà presente, seguro, anca troppo.
Betzi. Mi dispiace, signore, che per la prima volta che onorate la mia bottega, sia accaduto1 una tale discordia.
- ↑ Ed. Zatta: accaduto.