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102 | ATTO SECONDO |
Arlecchino. Se la comanda, son qua. (lo sostiene)
Marepica. Non mi toccate. (Si appoggia sopra una spalla di Arlecchino e si attacca dall’altra parte del braccio del Barone, poi zoppiccando corre verso Lolotte.)
Arlecchino. La se comoda pur, senza suggizion.
Marepica. Vediamo un poco, se si può vincere questa bellezza tiranna. (zoppicando verso Lolotte. Ella si ritira, ed egli tenendosi come sopra, le corre dietro) Ahi! voi mi volete veder rovinato. (a Lolotte) Perchè fuggite da me? Di che avete paura? Sono un galantuomo, un uffizial d’onore, non son capace di farvi un’impolitezza.
Baron. Via, madamigella; siate un poco men fiera.
Arlecchino. Cossa gh’ala paura! no la vede in che stato ch’el xe! (a Lolotte)
Lolotte. Eh bene! Eccomi qui! Cosa volete da me? (accostandosi al Marchese)
Marepica. Niente altro che vedervi e ammirarvi. I vostri occhi m’incantano. La vostra bellezza mi anima, e mi rende vigoroso e robusto. Vicino a voi non sento più l’infermità della gotta. (si stacca dai due, e si sostiene solo)
Arlecchino. Animo, da bravo, coraggio.
Marepica. Sì, bella giovane. La forza della vostra bellezza... (si sforza di accostarsi) Ahi! aiutatemi, aiutatemi per carità, (a Lolotte)
Arlecchino. Forti! ch’el coraggio no manca.
Lolotte. Se non potete stare in piedi, sedete.
Marepica. Un momento solo. Datemi mano, vi prego, (a Lolotte)
Arlecchino. Animo, sior uffizial, da bravo. (traballando)
Lolotte. (Mi fa ridere). (da sè) Ecco la mano. (gli dà mano)
Marepica. Ah questa mano mi consola, m’invigorisce, (fa il bravo ed il forte) Ahi! (si appoggia e si attacca ad un braccio di Lolotte)
Lolotte. Mi maraviglio di voi. Io non sono fatta per sostenervi. (si scosta, e lo lascia senza sostegno, e parte)
Marepica. Aiuto, aiuto, tenetemi. (al Barone che l’aiuta)
Arlecchino. (Ridendo, e contrafacendo il Marchese) Coraggio, forte, robusto, la bellezza mi dà vigore.
Marepica. Come? Che ardire? Che temerità? Corpo di sata-