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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 97

Fontaine. Una forastiera.

Corallina. Vostra umilissima serva. (una riverenza)

La Fontaine. Signore, mademoiselle Palissot vorrebbe ritornarsene a casa, e vi prega di accompagnarla. (a M. la Fontaine)

Palissot. Se voleste farmi questo favore. (a M. la Fontaine)

Fontaine. Ma io ho debito di servir questa signora.

La Fontaine. Ella avrà la bontà di aspettare che ritorniate, ed io avrò l’onore di tenerle compagnia.

Corallina. Mi farà grazia. (a Madame) Si accomodi. (a M. la) Fontaine) Io godrò la compagnia della sua signora consorte.

Fontaine. (Io sono nel più bell’imbroglio del mondo). (da sè)

Palissot. Volete favorirmi? (a M. la Fontaine)

Fontaine. Andiamo... Signora, con sua licenza. (a Corallina. Passa vicino a Corallina, e procura di dirle piano)) (Non dite niente a mia moglie).

Palissot. (Qualche avventura, M. la Fontaine?) (piano)

Fontaine. (Andiamo, andiamo. Vi racconterò). (piano, e partono)

SCENA XI.

Madame LA Fontaine e Corallina.

La Fontaine. Voi dunque siete forastiera?

Corallina. Per ubbidirla.

La Fontaine. Come conoscete mio marito?

Corallina. Ho avuto l’onore di conoscerlo qui questa mattina, passeggiando alle Tuglierie.

La Fontaine. Che cosa vi diceva egli a proposito di un appartamento?

Corallina. Vi dirò; è tanto generoso e compito, che mi ha esibito un appartamento.

La Fontaine. Mi maraviglio che osiate dirlo a me stessa, e che non arrossite di voi medesima.

Corallina. Perchè, signora, mi dite questo? Che male faccio a dire la verità? Siete forse gelosa? Sono anch’io gelosa di mio marito, ed egli è geloso di me; ma ci hanno detto che qui