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90 | ATTO TERZO |
buon carattere di mio consorte.... la credo onesta.... la credo innocente.... Resti pure ch’io ne sono contenta, (dissimulando)
Zelinda. Lodato il cielo. Vi ringrazio di cuore, e vi prometto tutta l’attenzione e il rispetto.... Sento gente. Sarebbe mai il mio Lindoro?... (Ah no, è quell’importuno di don Flaminio). (da sè)
SCENA XVII.
Don Flaminio e detti.
Flaminio. Deh caro padre....
Roberto. Temerario! ardisci ancora comparirmi dinanzi?
Flaminio. Vi domando perdono. So che non lo merito, ma siete troppo buono per negarlo ad un figlio ch’è di cuore pentito, e che vi giura di non disgustarvi per l’avvenire.
Roberto. Vedi tu questa giovane? (accennando Zelinda)
Flaminio. La veggo, la rispetto, la stimo, e vi prometto di non molestarla mai più.
Roberto. Se così è, ti perdono.
Zelinda. Oh quante consolazioni per me! ma quando verrà la maggiore? Quando verrà il mio caro.... Ecco Fabrizio. Oh cieli! non vi è Lindoro.
SCENA XVIll.
Fabrizio, il Caporale e detti.
Fabrizio. Ecco qui il caporale che ha arrestato Lindoro. (a don Roberto)
Zelinda. Oh Dio! cos’è di lui? Dov’è? non lo vedo. Perchè non viene? (a Fabrizio)
Fabrizio. Aspettate un momento, e lo vedrete.
Zelinda. Lo vedrò? (con allegrezza)
Fabrizio. Lo vedrete.
Zelinda. Oh cieli! non vedo l’ora.
Roberto. Ebbene, signor caporale?