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La Burla retrocessa fu nota ai lettori veneziani solamente nel 1789, quando uscì a stampa nel t. VIII della edizione Zatta. Poco dopo, ai 23 gennaio del ’90, la Gazzetta Urbana Veneta annunciava: "Vedremo in questo Carnovale rappresentata a S. Luca una nuova Commedia venuta da Parigi, del Sig. Goldoni. Ci sembra dovere prevenire il Pubblico giusto estimatore della vasta fantasia, e dell’arte teatrale di questo inarrivabile Autore". Questa nuova commedia era la Burla retrocessa "mai più rappresentata", come diceva un altro avviso, dei 3 febbraio. Ma nel numero 11, dei 6 febbraio, si legge questo miserando racconto; "Stupite d’un avvenimento contrario. Si espose a S. Luca, a tenor dell’invito, la nuova Commedia del Goldoni, La Burla ritrocessa. Com’è breve, così fu preceduta da una Farsa originale italiana mai più rappresentata. Questa annoiò l’udienza, e la preparò ad un irritamento tumultuoso. Le prime scene della predetta Commedia del Riformatore dell’Italiano Teatro riuscirono fredde e lunghe, e fecero sospettar molti uditori che non fosse composizione d’un sì celebre Autore, ma che i Comici usato avessero del suo nome per ingannare il Pubblico. Si sparse questa opinione da cui nacque lo sdegno e il disprezzo, e l’impazienza divenne generale, si udirono de’ sbadigliamenti e de’ fischi, si dilatò il romore, non si volle più ascoltare la recita, e furono i Comici obbligati a calar il sipario. Uno di essi uscì ad annunziare un’altra Farsa che si sostituì prontamente alla Commedia, e nell’invito usò delle espressioni che condannate furono da alcuni, e da alcuni approvate. Riferite diversamente da certuni che dicon d’averle udite, giudicar io non posso se la dignità del Pubblico sia o no stata offesa". - Non valse tutta l’arte della compagnia Perelli, dove recitavano Laura Checcati e la giovinetta Pellandi, e un Petronio Zanerini. Il pubblico voleva godersi in pace La distruzione del Regno delle Amazzoni, applauditissima in quella stagione. La Gazzetta, ancora dolente dell’accaduto, nel numero successivo, del 10 febbraio, così ammoniva i signori Veneziani: "Da persone che lessero la non ascoltata Commedia del Goldoni La Burla retrocessa, siamo assicurati esservi dell’interessante e del buono nel terzo e secondo atto della medesima, e che offerta in altro tempo opportuno potrà piacere, e far vergognare chi non ebbe la pazienza d’udirla".
La commedia tornò infatti sul palcoscenico, ma le sue tracce si confondono con quelle della sua gemella veneziana, Chi la fa l’aspetta. Però accontentiamoci prudentemente di ricordare le recite a Torino, della compagnia Reale Sarda, nel 1823 (col titolo L’astuzia reciproca) e nel 1836 (v. Costetti, La Comp. Reale Sarda ecc., Milano, 1893, pp. 34 e 110); e a Bologna, della Compagnia Taddei, nel 1835 (Cosentino, L’Arena del Sole, Bologna, 1903, P. 63).
Dal Messaggiere Torinese di Angelo Brofferio (Alessandria, 1839, vol. II, p. 338 - Teatri di Torino) riferiamo questa sensata e arguta "Lettera del Centauro del Teatro D’Angennes alla Pantera del Teatro Regio" in data 13 gennaio 1838: "...Fui testimonio, son pochi giorni, della nuova recita di un’antica commedia: La burla retrocessa nel contraccambio. Che razza di titolo! Perchè non dire La burla contraccambiata? Nè migliore del titolo è poi la commedia; essa non è che una burla di quelle per cui si fa talvolta conoscenza col bargello. Si tratta di un galantuomo che ordina di nascosto un pranzo sontuoso in casa di un altro galantuomo, il quale per contraccambio