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pare le sue commedie (vedasi cit. lett. allo Sciugliaga, dei 17 gennaio 1764: Mantovani, C. G. e il teatro di S. Luca, Milano, 1885, specialmente a pag. 207). Ma le Inquietudini di Zelinda non giunsero sulle lagune prima del novembre 1764 e soltanto agli 11 di gennaio del ’65 furono portate sulla scena. Sotto questa data trovo infatti stampato nel Diario Veneto: "S. Salvatore (così in antico dicevasi il teatro di S. Luca) L’Inquietudini di Zelinda C. N. [commedia nuova] del signor dottor Goldoni, in seguito delle Gelosie di Lindoro". Si replicarono una sera sola; e si dovettero quindi ripescare nel vecchio repertorio il Sior Todero e la Merope. Il Gradenigo nei suoi Notatorj si mostra, pare, poco esatto, anticipando al giorno 8 la recita della Inquietudine di Zelinda, e ripetendo nel 12: "Nel Teatro di S. Luca si recitarono l’Inquietudini di Zelinda, Commedia nuova del Dottor Carlo Goldoni, il quale pure compose gli amori della stessa Donna con un tale Lindoro, non che la Gelosia del suddetto Lindoro con Zelinda medesima". Nello stesso giorno poi attribuisce ai comici del teatro di S. Gio. Grisostomo li Amori disturbati dalla Gelosia che sarebbero questa stessa commedia o quella precedente, mentre risulta dal Diario Veneto che la compagnia Medebach deliziava quella sera il pubblico con un qualunque Tartaglia combattuto dal dovere.

Esito dunque infelice: su ciò non vi ha dubbio. La lontananza dell’autore e la pessima volontà degli attori fecero naufragare tutta quanta la trilogia goldoniana. Lo Sciugliaga, non ignaro di faccende teatrali, a cui l’amico Goldoni aveva affidato procura presso il teatro di S. Luca e che disimpegnava con zelo l’assunto, avvertiva S. E. Vendramin il 10 gennaio: "Ho penetrato che nella terza Commedia quegli che fa d’avvocato trova a proposito d’omettere alcune parole. Ciò non può piacere all’autore ecc." (Mantovani, l. ce, 233-4). Ma chissà quante altre omissioni e alterazioni più gravi, che noi non conosciamo, vennero perpetrate da parte di quegli attori sempre maldisposti, per ingrate ragioni, contro il povero riformatore del teatro comico!

Convien credere che per lunghi anni la trilogia di Zelinda e Lindoro rimanesse dimenticata da tutti. Nelle sue Memorie (1787) e l’autore ormai vecchio se ne sbrigò con poche righe (P. 3, cap. II). Ma l’anno seguente (1788), iniziandosi presso lo stampatore Zatta la nuova e più completa raccolta delle sue Opere teatrali, il Goldoni offerse ai lettori nel primo tomo, quasi in dono, la commedia fino allora inedita degli Amori, e nel tomo secondo Le Inquietudini di Zelinda che nella stampa precedettero, per errore, la Gelosia di Lindoro. Poco dopo, i due innamorati dovettero risalire sulle scene veneziane: ma la prima recita sicura che io posso segnare delle Inquietudini è quella del 19 ott. 1797, sul teatro di S. Luca, per merito della compagnia Perelli (sotto il titolo Le smanie di Zelinda per Lindoro: v. Giorn. dei Teatri di Venezia): la quale seguì alla recita degli Amori già ricordata (v. pag. 105 del presente volume). Ma questa terza parte della trilogia non incontrò molto favore presso il pubblico, oppure fu abbandonata dagli attori che mostrarono preferenza per le due precedenti e, più di tutte, per la seconda, come vedemmo. Fu cara tuttavia alla compagnia del vecchio Modena e qualche recita troviamo sfogliando la Gazzetta Privilegiata di Venezia: 31 ottobre 1821 (a S. Benedetto, la sera seguente alla recita delle Gelosie: prima attrice Amalia Vidari), 5 settembre 1628 (a S. Benedetto), 15 marzo 1830 (a S. Luca). Dallo stesso gior-