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LE INQUIETUDINI DI ZELINDA | 275 |
SCENA XIV.
Donna Eleonora, don Filiberto e detti.
Pandolfo. (Va loro incontro) Oh venghino, venghino, signori miei. L’avvocato sarà qui a momenti. Sentiremo le proposizioni che ci farà, e il core mi dice che le cose s’accomoderanno con nostro onore e vantaggio.
Filiberto. Grazie al cielo, che vi sento disposto a prestar orecchio all’aggiustamento.
Flaminio. (Non sa chi abbia il merito d’averlo persuaso). (da sè)
Eleonora. Credete voi che un accomodamento possa esser utile per i miei interessi? (a Pandolfo)
Pandolfo. Signora, dice bene il proverbio. È meglio un magro accordo, che una grassa sentenza.
Eleonora. Vi siete cambiato di sentimento.
Pandolfo. Non ho altro in mente che il bene comune e i di lei propri interessi.
SCENA XV.
L’Avvocato, il Notaro e detti.
Avvocato. Perdonino se li ho fatti un poco aspettare. Sono andato a cercare il signor notaro. Ho fatto stendere gli articoli dell’aggiustamento, perchè se lo trovano di loro soddisfazione, non abbiano che a sottoscriverlo senza remora alcuna, quando ne sia persuaso il valoroso signor Pandolfo. (con un po’ di caricatura)
Pandolfo. Sentiremo, vedremo. Ma so qual sia il talento del signor avvocato, e son sicuro che le proposizioni saranno oneste, e accettabili per ogni parte.
Avvocato. Mancano Zelinda e Lindoro. Subito che arrivano, si leggerà. Intanto favoriscano d’accomodarsi.
Filiberto. (Quanto sarebbe meglio evitar una lite). (piano a donna Eleonora)