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LA GELOSIA DI LINDORO 145

SCENA X.

Donna Eleonora e detti.

Eleonora. Signor marito vi ho da parlare. (Zelinda e Lindoro s’arrestano)

Roberto. Eccomi qui, parlate. Via andate, e che la pace duri, e che non ci siano mai più gridori. (a Zelinda, e Lindoro, e Fabrizio)

Eleonora. No, no, che restino. Ci è qualche cosa per loro.

Zelinda. (Oh cieli! mi fa sempre tremare). (da sè)

Eleonora. È venuto a parlarmi don Filiberto; mi ha recato la risposta della vedova, ella accorda tutto, e accorda fino la donazione. (con aria brusca)

Roberto. Questa è una buonissima nuova; e voi me la date sì bruscamente e col fiel sulle labbra.

Eleonora. Se sono alterata, ho giusta ragione d’esserlo, lo sono nell’impegno che voi sapete. Don Filiberto si è interessato ad istanza mia, e son sicura che tutti due ci farà restar svergognati.

Roberto. Chi?

Eleonora. Don Flaminio...

Roberto. Per qual ragione?

Eleonora. Perchè è innamorato.

Roberto. Di chi?

Eleonora. Di quella frasca, di quell’indegna... (accenna Zelinda)

Zelinda. Come, signora?

Lindoro. Ah pur troppo sarò tradito... (agitalo)

Roberto. Come potete voi asserirlo? (ad Eleonora)

Eleonora. Io lo so da don Filiberto.

Fabrizio. (Come va quest’imbroglio?) (da sè)

Zelinda. Sono una donna d’onore, son conosciuta per tale, e il signor don Filiberto non sa quel che si dica. (ad Eleonora)

Eleonora. E voi ardirete con tanta temerità... (a Zelinda)

Lindoro. Scusatemi, signora mia. Con qual fondamento don Filiberto lo dice? (placidamente)