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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 571


di Pandolfo. Tenterà di nuovamente sedurmi. No, non le riuscirà. Ingrata! non posso ancora mirarla senza passione). (osservando Doralice che si avanza modestamente)

Fontene. (Via, via, fatevi animo. Sono qui io in vostro aiuto)1. (piano a Doralice)

Anselmo. Venite avanti, di che cosa temete? (alle due donne)

Roberto. E bene, signore, chi è che mi domanda? (a monsieur Traversen, con sdegno.)

Traversen. Ecco lì madame Fontene, che vi desiderava2. (a Roberto)

Fontene. Scusatemi: sono io, signore, che desiderando d’illuminarvi3.....

Anselmo. Scusino, di grazia. Se hanno degli interessi loro particolari4, si servino dove vogliono. Vorrei ora terminare i miei. Monsieur la Rose, ecco qui Doralice mia figlia.... (prende per mano Doralice e la presenta a monsieur la Rose.)

Roberto. Come, signore! questa è vostra figlia? (ad Anselmo, con ammirazione.)

Anselmo. Sì signore, è questa.

Roberto. Non è ella la figlia del signor Pandolfo? Non è la giovane degli affissi?’

Anselmo. Che domanda! che novità! siete voi diventato5 cieco? Dopo gli amori che avete avuto per Lisetta, mi domandate se questa è la giovane degli affissi? Questa è mia figliuola6, questa è la sposa di monsieur la Rose.

Roberto. Oimè, che colpo è questo? Muoio, non posso più7.

Doralice. Oh dio, soccorretelo. (trasportata)

Anselmo. Come! che cos’è8 questo imbroglio?

Fontene. Ecco scoperto ogni cosa, signori miei. Questi è l’amante di Doralice...

Anselmo. Ma come? Parlate9, non siete voi l’innamorato di Lisetta? (a Roberto)

  1. C. s.: In vostra compagnia.
  2. C. s.: che vi desidera.
  3. C. s.: che pretende d’illuminarvi.
  4. C. s.: Scusino di grazia, se hanno loro degl’interessi particolari ecc.
  5. C. s.: divenuto.
  6. C. s.: mia figlia Doralice.
  7. C. s.: smania.
  8. C. s.: Come? cos’è ecc.
  9. C. s.: Parlate. (Quanti accidenti!) Non siete ecc.