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IL MATRIMONIO PER CONCORSO | 565 |
Fontene. Potete entrare liberamente.
Traversen. Vederò se c’è qualcheduno da domandare (camminando, ed entra.)
Servitore. Signora, è venuta la sua carrozza1.
Fontene. Bene, che aspetti, e date questo al commissionario, (gli dà qualche2 moneta, servitore parte) (La carrozza è venuta3 a tempo).
Traversen. Non c’è nessuno. Ho picchiato a delle porte che ho trovate chiuse, e non mi ha risposto nessuno.
Fontene. Mi dispiace. Povero monsieur Traversen!
Traversen. Oh non importa, non mancherà tempo.
Fontene. Ora che non pregiudico alle vostre premure, ardisco di supplicarvi di una finezza.
Traversen. Comandatemi con libertà.
Fontene. Fatemi la grazia di montar4 nella mia carrozza, di andare alla Borsa, e se vi trovate il signor Roberto, conducetelo qui da me. Può essere ch’egli vi abbia delle difficoltà. Ditegli ch’è una francese che lo domanda, che la cosa è di gran premura: insomma fate il possibile perchè egli venga. Tornate con lui, e può darsi che vediate quella che desiderate vedere.
Traversen. Vado subito, e spero che mi riuscirà di condurre Roberto. È tanto mio amico, che mi lusingo non mi dirà5 di no. (parte)
SCENA XII.
Madame Fontene, poi Lisetta.
Fontene. Buona fortuna, che mi sono trovata qui io. Altrimenti la povera madamigella Aretusi avrebbe sofferto una novella mortificazione.