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554 ATTO TERZO

Fontene. Perchè questa ha le sue ore determinate. In sei ore si può scrivere ed aver la risposta, ma chi la vuol più sollecita, dee valersi di un espresso commissionario.

Anselmo. Ho capito, l’idea mi piace, e vedo che la città è assai ben regolata. Vi ringrazio della bontà con cui vi siete compiaciuta instruirmi sopra di ciò.

Fontene. Questo si deve fare co’ forestieri; e in Francia si fa assai volentieri. Troverete della cortesia grandissima ne’ bottegai per insegnarvi le strade, e che sortiranno dalla loro bottega per additarvi il cammino.

Anselmo. Questo si usa in qualche parte d’Italia ancora, non per tutto, ma in qualche parte, e specialmente in Venezia.

Fontene. Oh sì, lo credo. Ho sentito dir del gran bene di questa vostra città. Si dice che Venezia in Italia sia in molte cose stimabile, come Parigi in Francia.

Anselmo. Se avessi tempo, vi direi qualche cosa del mio paese che vi farebbe piacere, ma ora sono pressato da un articolo che m’interessa all’estremo, e per il quale ho gran bisogno di voi.

Fontene. Non avete che comandarmi.

Anselmo. Voi certamente conoscete monsieur la Rose.

Fontene. Lo conosco perfettamente.

Anselmo. Ditemi in grazia, sapete voi ch’egli sia maritato?

Fontene. Al contrario, signore. So di certo che non ha moglie.1

Anselmo. (Ah lo diceva, non può darsi. Mi pareva impossibile).

Fontene. Credetemi, che sei fosse ammogliato, lo avrei da sapere ancor io.

Anselmo. (Sto a vedere ch’egli sia il suo innamorato, o il suo cavaliere servente. Se ciò fosse, mi dispiacerebbe per un altro verso).

Fontene. Scusatemi, signore, avete qualche intenzione sopra di

  1. Ed.i cit.: Io so di certo ch’ei non ha moglie. Poi dice Anselmo: «Sappiate, madama, che io ho una figlia da maritare, che... Mad. Font. È un uomo di onore, incapace di un’azione villana. Io son maritata, e lo tratto perchè lo riconosco degno delle persone civili ed onorate. Ans. E mi avevano detto che aveva moglie. Mad. Font. Vi consiglio non far ch’egli penetri ecc.» Tutto l’altro è saltato.