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508 ATTO SECONDO

Anselmo. Ma signore, così su due piedi.....

Rose. Quale difficoltà vi può trattenere? Conoscete voi la mia casa?

Anselmo. La conosco, e sarebbe una fortuna per mia figliuola1.

Rose. Vi dispiace la mia persona?

Anselmo. Al contrario; mi è noto il vostro carattere, e ne sarei contentissimo.

Rose. Per la dote non ci avrete2 a pensare. Mi contenterò di quel ch’io vi devo.

Anselmo. Tanto meglio.

Rose. Qual altro obietto vi può dunque essere?

Anselmo. Non vorrei che una risoluzione così improvvisa fosse poi seguitata dal pentimento.

Rose. Signor Anselmo, io non sono un ragazzo. Ho differito a maritarmi, perchè non ho ancora trovata la persona3 che mi andasse a genio. Trovo nella vostra figliuola delle qualità personali che mi piacciono infinitamente4. Aggiungete a ciò l’amore, la passione ch’io ho per gl’italiani, aggiungete ancora la nostra amicizia, la nostra corrispondenza.

Anselmo. Non so che dire, tutto mi obbliga, tutto mi persuade.

Rose. Mi promettete voi vostra figlia?

Anselmo. Ve la prometto.

Rose. Parola d’onore?

Anselmo. Parola d’onore. (si toccano la mano)

Rose. Son contentissimo. (tira fuori5 l’orologio) Mezzogiorno è vicino. Deggio andare alla Borsa. Dopo pranzo ci rivedremo.

Anselmo. Sono pieno di consolazione....

Rose. Addio, signor suocero, addio. (si baciano6 e parte)

  1. C. s.: per la mia figlia.
  2. C. s.: avete.
  3. C. s.: non ho trovato pensona ecc.
  4. Segue nelle ed.i cit.: Oltre la stima ch’io ò per gl’Italiani, aggiungete la nostra amicizia, la nostra corrispondenza.
  5. C. s.: si alzano. Mons. cava fuori ecc.
  6. C. s.: l’abbraccia.