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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 539


ma io fortunatamente so di non avervi perso1 il rispetto. Veramente madama...... (verso madama la Fontene)

Fontene. Sì, madama Fontene si dà ora2 a conoscere a madamigella Aretusi, pregandola di perdonare....

Doralice. Madama, favorite, con licenza del mio genitore, favorite di passare nelle mie camere.

Fontene. Accetto con soddisfazione l’invito. (Ah quanto sarebbe necessario qualche volta3 un po’ di prudenza). (entra nell' appartamento4)

SCENA XII.

Anselmo e monsieur la Rose.

Anselmo. Se vuol restar servita ella pure. (a monsieur la Rose, nell'appartamento.)

Rose. No, no, restiamo qui. Ho qualche cosa da dirvi.

Anselmo. Per i nostri conti c’è tempo.

Rose. Sì, i vostri conti saranno pronti quando volete5. Il danaro forse non sarà sì pronto, perchè sapete anche voi come vanno ora gli affari....

Anselmo. Lo so pur troppo, ed ho fatto punto per questo.

Rose. Per altro, se avete premura....

Anselmo. Ne parleremo, signore, ne parleremo. Io non penso altro presentemente, che a dare stato a mia figlia; quando sarò nel caso, vi pregherò.

Rose. Signor Anselmo, io trovo vostra figlia di un carattere il più bello del mondo. Savia, onesta, gentile6 rispettosa a suo padre. L’ho veduta afflitta, e la sua afflizione me l’ha fatta ancora parer7 più bella. Se non avete di lei disposto, vi assicuro che mi chiamerei fortunato, se vi degnaste di accordarmela per isposa.

  1. C. s.: perduto.
  2. C. s.: ora si dà ecc.
  3. C. s.: una volta.
  4. C. s.: parte. Segue nelle cit. ed.i: «Doralice. (Ora non mi manca altro per esser felice, che di rivedere il mio caro Roberto). parte».
  5. Segue nelle ed.i cit.: Sediamo. Signor Anselmo, io trovo vostra figlia ecc. Il resto è saltato.
  6. C. s.: civile.
  7. C. s.: parere ancor ecc.