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504 | ATTO SECONDO |
Fontene. Graziosa! veramente graziosa!1 (con ironia2)
Rose. (Io ci patisco infinitamente. Trovo ch’ella non merita di essere maltrattata). (da sè)
Doralice. Sarà meglio ch’io me ne vada. (vuol partire3)
Fontene. Ehi dite.
Doralice. Che cosa pretendete da me? (si volta, e si ferma dove si trova4)
Fontene. ( una virtuosa feroce).
Rose. (Signora, usatele carità, che lo merita). (a madama Fontene)
Fontene. Dite: non volete che veniamo in camera vostra? Ci avete gente?
Doralice. Non sono5 obbligata di rendere conto a voi della mia condotta.
Fontene. (Ah, che bel talento!) (a monsieur la Rose)
Rose. (Ne ha più di voi, madama). (a madame)
Fontene. Ehi? come va il concorso? Quanti sono i pretendenti del vostro merito, della vostra6 bellezza? (ridendo)
Doralice. Ora capisco7 signora mia. (avanzandosi) qual motivo qui vi conduce, e per qual ragione vi arrogate l’arbitrio di scherzar meco. Mio padre, non so per quale disavventura, è caduto nella bassezza di espormi al pubblico, di sagrificarmi. Prima però di insultarmi, dovreste8 esaminare s’io merito il torto che mi vien fatto, se le azioni mie e il mio carattere rispondono alla miserabile mia situazione, e mi trovereste più degna di compassione, che di disprezzo.
Rose. (Ah! che ne dite?) (a madame la Fontene)
Fontene. (E che sì, che v’intenerisce?) (a monsieur la Rose)
Rose. (Un poco). (a madame Fontene)
Fontene. Non siete dunque contenta di essere sugli affissi? (a Doralice)
Doralice. Pare a voi che una figlia onesta possa soffrir ciò, senza sentirsi strappar il cuore? Ah fossi morta, prima di soffrire un sì9 nero oltraggio.
- ↑ Così nelle ed.i cit. Nell’ed. Zatta queste parole sono pure di Doralice.
- ↑ Così nelle ed.i cit. Nell’ed. Zatta è stampato di nuovo: con caricatura.
- ↑ Ed.i cit.: s'incammina.
- ↑ C. s.: si ferma.
- ↑ C. s.: Io non sono ecc.
- ↑ C. s.: della vostra singolare ecc.
- ↑ C. s.: intendo.
- ↑ C. s.: dovreste prima.
- ↑ C. s.: così.