Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
512 | ATTO PRIMO |
SCENA XVII.
Roberto, poi Pandolfo.
Roberto. Oh cieli! qual incanto1 è mai questo? Sono qui venuto per ischerzo2 e mi trovo impegnato davvero. Il suo volto mi piace, la sua maniera m’incanta. Parmi ch’ella sia fatta per formare la felicità d’uno sposo.
Pandolfo. (Chi è questi? Sarebbe egli per avventura alcuno de’ concorrenti?)
Roberto. (S’io mi inducessi a sposarla, che direbbe il mondo di me? Eh, l’onestà della giovane giustificherebbe la mia condotta).
Pandolfo. Signore, la riverisco.
Roberto. Servitore umilissimo.
Pandolfo. Domanda ella di qualcheduno?
Roberto. Sì signore, aspetto qui una persona; se non do incomodo.....
Pandolfo. Scusi, compatisca. È venuto forse vossignoria per vedere la giovane di cui parlano i piccioli3 affissi?
Roberto. Lo sapete anche voi, signore, che questa4 giovane si trova qui?
Pandolfo. Lo so certo, e lo deggio sapere più di nessuno.
Roberto. Non nascondo la verità. Sono qui per questa sola ragione5 e attendo il padre della fanciulla.
Pandolfo. Signore, se volete conoscere il padre della fanciulla, eccolo qui a’ vostri comandi.
Roberto. Voi?
Pandolfo. io.
Roberto. (Veggendo ora la figura dell’uomo, non mi maraviglio più6 delle sue stravaganze).