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508 ATTO PRIMO

Doralice. Sono molto tenuta alle grazie vostre. (s’inchina, e vuol partire)

Roberto. Vi supplico di trattenervi un momento.

Doralice. Avete qualche cosa da comandarmi?

Roberto. Vorrei aver io l’onore di presentarvi quel bicchiere di acqua1 che avete chiesto.

Doralice. Scusatemi, signore, non vi è mio padre, e s’egli mi trovasse fuori della mia camera....

Roberto. Avete il vostro signor padre con voi? (con premura)

Doralice. Sì signore, ma ora è fuori di casa.

Roberto.2 (Scommetterei ch’è questa sicuramente).

Doralice. Con vostra permissione. (in atto di partire)

Roberto. Un momento. Ecco l’acqua, accordatemi quest’onore.

Servitore. (Entra con un bicchiere di acqua sopra una sottocoppa.)

Doralice. (È sì gentile, ch’io non posso ricusare le sue finezze).

Roberto. (Convien dire, se è dessa, che la locandiera ha ragione. Ella è la più saggia figlia del maggior pazzo di questo mondo). (prende l'acqua, e la presenta a Doralice)

Doralice. Sono mortificata per l’incommodo che vi prendete.

(beve l’acqua)

Roberto. Niente affatto, godo anzi del piacer di servirvi.

Doralice. Tenete. (vuol rendere il bicchiere al servitore)

Roberto. Favorite. (prende egli il bicchiere, e lo dà al servitore)

Doralice. (È di una cortesia impareggiabile!)

Roberto. (Vorrei pur iscoprire la verità). Perdonate l’ardire, il vostro signor padre è italiano?

Doralice. Sì signore, è italiano.

Roberto. Di profession negoziante?

Doralice. Per l’appunto è un negoziante.

Roberto. (Queste sono due circostanze che si confrontano perfettamente). Scusatemi, siete voi maritata, o da maritare?

Doralice. Perchè mi fate tutte queste interrogazioni?

  1. C. s.: bicchier d’acqua.
  2. Nelle ed.i cit. dice Roberto: (Sicuramente è dessa; voglio scoprire). Signora, vostro padre è molto bizzarro. - Poi segue: «Doralice. Lo conoscete voi? Roberto. Non lo conosco, ma permettetemi ecc.». Il resto è saltato.