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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 495


senza il consenso del padre, e se ci maritassimo senza di lui, il matrimonio sarebbe nullo; ma non arriva l’autorità del padre ad obbligare la figlia a maritarsi per forza, (esce il facchino dalla camera, e parte1.)

Servitore. Mi pare che l’appartamento non gli dispaccia. (a Filippo)

Filippo. Tanto meglio. Hanno detto come vogliano esser2 serviti?

Servitore. Parleranno con voi.

Filippo. Benissimo. Ecco il padre. ((il servitore parte)

SCENA VIII.

Filippo ed Anselmo.

Filippo. E bene, signore, siete voi contento?

Anselmo. Contentissimo3; quanto vi dovrò contribuire per l’appartamento?

Filippo. Contate di trattenervi qui molto4 tempo?

Anselmo. Non lo so ancora precisamente. Ho degli affari da consumare. Può essere ch’io resti poco, e ch’io resti molto.

Filippo. Non s’inquieti per questo 5. Ella ha da fare con un galantuomo. Sono buon italiano. Mi pare6 dal linguaggio, che anche vossignoria sia della stessa nazione7.

Anselmo. Sì, è verissimo8. Sono italiano ancor io.

Filippo. Viene d’Italia presentemente?

Anselmo. No, vengo di Spagna9; vorrei sapere a press’a poco quanto dovrò pagar per 10 l’alloggio.

Filippo. Se si tratta a mese, non posso far a meno11 per quelle due camere di quattro luigi12 il mese.

Anselmo. Che sono all’incirca13 otto zecchini14 di nostra moneta.

  1. C. s.: parte il facchino.
  2. C. s.: voglion restar ecc.
  3. Nelle ed.i cit. c’è il punto fermo.
  4. C. s.: lungo.
  5. Nelle ed.i cit. c’è punto e virgola.
  6. C. s.: Son buon italiano; mi pare ecc.
  7. C. s.: sia tale.
  8. Nelle ed.i cit. ci sono i due punti.
  9. Nelle ed.i cit. c’è il punto fermo.
  10. C. s.: dovrei pagare di ecc.
  11. C. s.: far meno.
  12. Luigi d’oro: 24 lire tornesi (lira tornese: 20 soldi francesi).
  13. C. s.: Che sono incirca ecc.
  14. Zecchino d’oro: 22 lire venete (lira veneta: 20 soldi veneti, pari a lire italiane 0,546).