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494 | ATTO PRIMO |
Servitore. Signore, sono arrivati due forestieri, un uomo avanzato ed una donna giovine, e domandano due stanze unite1.
Filippo. Bene, daremo loro quel picciolo appartamento; (lo accenna) fateli venire. (Il servitore parte) In ogni caso2 di resistenza, Lisetta mi ama, ed il padre non potrà obbligarla a maritarsi contro la di lei volontà.
SCENA VI.
Anselmo e Doralice da viaggio. Il Servitore della locanda, un facchino col baule3 e Filippo4. Il Servitore ed il facchino col baule passano a dirittura nell’appartamento accennato.
Filippo. Servitore5 umilissimo di lor signori. Restino serviti6, favoriscano vedere se quell’appartamento conviene al loro gusto e al loro bisogno.
Anselmo. Siete voi il padrone dell’albergo?
Filippo. Per obbedirla.
Anselmo. Questa giovane è mia figliuola, onde vorrei due camere l’una dentro dell’altra7.
Filippo. Quell’appartamento è a proposito. Si dia l’incomodo di vederlo.
Anselmo. Andiamo, figliuola8, ho piacere che siate anche voi soddisfatta9.
Doralice. Se è un appartamento10 di libertà, sarò contentissima. (Anselmo e Doralice entrano nell'appartamento11)
SCENA VII.
Filippo, poi il Servitore ed il facchino12)
Filippo. È vero che in Francia non si può maritare la figlia13
- ↑ C. s.: e dimandano due stanze civili, ed unite.
- ↑ C. s.: In caso ecc.
- ↑ C. s.: baulo.
- ↑ Segue nelle ed.i cit.: accennando l’appartamento. Il resto manca.
- ↑ C. s.: Servitor.
- ↑ Nelle ed.i cit. c’è il punlo fermo.
- ↑ C. s.: onde vorrei l’una dentro dell’altra camera.
- ↑ C. s.: figlia.
- ↑ C. s.: soddisfatta e contenta.
- ↑ C. s.: con.
- ↑ Nelle ed.i cil. leggesi soltanto: Entrano.
- ↑ Nelle ed.i cit. si aggiunge: dall’appartamento.
- ↑ C. s.: le figlie.