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490 ATTO PRIMO

Filippo. Non signore, ch’io sappia: non è1 venuto nessuno.

Pandolfo. Diamine! doveva pur essere capitato. (inquietandosi)

Filippo. Signore, avete voi qualche cosa che v’inquieta, che vi disturba2?

Pandolfo. Bella domanda! Chi ha una figlia da maritare, non manca d’inquietudini, d’imbarazzi3.

Filippo. (Meschino me!) Attendete voi qualcheduno per rapporto a vostra figliuola4?

Pandolfo. Signor sì.

Filippo. La volete voi maritare? (con premura)

Pandolfo. Signor sì.

Filippo. Avete ritrovato il partito? (come sopra)

Pandolfo. Lo ritroverò5.

Filippo. Signore, se vi contentate ch’io vi faccia una proposizione.....

Pandolfo. Non ho bisogno delle vostre proposizioni. Maritando mia figlia, scusatemi, non voglio passare per le mani d’un locandiere.

Filippo. Signore, convien6 distinguere locandiere da locandiere....

Pandolfo. Tant’è. Ho trovato7 io la maniera di procurare a mia figlia il miglior partito8, sicuro di non ingannarmi, sicuro di non perdere il mio danaro, e sicuro di aver9 un genero di mia piena soddisfazione.

Filippo. Posso sapere il come?

Pandolfo. Il come, il come voi10 lo saprete, (grossamente11

Filippo. (La sua maniera villana non mi dà campo per ora di dichiararmi; ma non perdo la speranza per12 tutto questo).

SCENA III.

Il Garzone dello stampatore, e detti.

Garzone. Signori, fatemi la grazia13 di dirmi qual14 è la camera del signor Pandolfo.

  1. C. s.: No signore: ch’io sappia non è ecc.
  2. C. s.: turba.
  3. C. s.: non manca mai nè inquietudini, nè imbarazzi.
  4. C. s.: figlia.
  5. C. s.: troverò.
  6. C. s.: conviene.
  7. C. s.: ritrovato.
  8. C. s.: Il miglior partito del mondo. Sicuro di non ecc.
  9. C. s.: avere.
  10. C. s.: Il come voi ecc.
  11. C. s.: rozzamente.
  12. C. s.: con.
  13. C. s.: fatemi grazia ecc.
  14. C. s.: quale.