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488 ATTO PRIMO


sona mi tiene luogo del più amabile, del più prezioso trattenimento.

Filippo. Cara Lisetta, dal primo giorno che ho avuto il piacere di vedervi, ho concepito per voi quella stima che meritate. In un mese che ho la sorte di avervi nella mia locanda, ho avuto campo di meglio conoscere la vostra bontà; la stima1 è diventata2 passione, e già sapete che vi amo teneramente.

Lisetta. Siate certo, che ne siete ben3 corrisposto.

Filippo. Chi sa? Mi lusingo ancora, che il nostro amore possa essere consolato. Vostro padre, per quello che voi mi dite, è un uomo che col commercio ha fatto qualche fortuna, ma io pure, grazie al cielo, mi trovo assai bene ne’ miei affari; e circa alla nascita, la mia4, per quel ch’io sento, non può niente fare ingiuria alla vostra.

Lisetta. Sì, è vero, i principi di mio padre sono stati al disotto della condizione in cui vi trovate:5 quando sono venuta al mondo, egli non era che un semplice servitore di un mercadante6. Con un poco di attenzione agli affari, si è acquistato del merito, e il suo padrone lo ha impiegato nel suo negozio. Ha fatto qualche fortuna, non sono come, e se lo so, non ardisco di dirlo. So che siamo passati sovente ad abitar7 da un paese all’altro, e che ultimamente abbiamo lasciato Londra in una maniera che non mi ha dato molto piacere. Siamo ora a Parigi8; mio padre vuol maritarmi, ma si è fitta nel capo la melanconia9 di volere un genero di qualità.

Filippo. Sarà difficile ch’ei lo trovi: non per il vostro merito, ma per la sua condizione.

Lisetta. Eh caro amico, i danari10 qualche volta acciecano anche le persone di qualche rango11, ed io ho paura di essere sagrificata.

Filippo. Sapete voi quanto egli vi destini di dote?

  1. Così nelle ed.i cit.: nell’ed. Zatta leggesi la prima.
  2. Ed.i cit.: divenuta.
  3. Ed.i cit.: assai ben ecc.
  4. Ed.i cit.: e circa alla nascita mia ecc.
  5. Nelle ed.i cit. c’è punto fermo.
  6. Ed.i cit.: mercante.
  7. C. s.: abitare.
  8. C. s.: Siamo arrivati a Parigi ecc.
  9. C. s.: malinconia.
  10. C. s.: Eh amico, i denari ecc.
  11. C. s.: le persone di qualità.