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Rossi in una stagione, in cui ebbe larga e degna parte il teatro goldoniano, riprese anche il Ventaglio. Se ne fecero tre repliche e furono principali interpreti il Rossi stesso (Conte) e Italia Vitaliani. Sommarie (in troppo le relazioni dei principali cotidiani romani. Scrive il Fanfulla [26-27 gennaio, n. 25]: «Al Valle i successi si succedono e si rassomigliano. Dopo il Don Marzio, i Quattro Rusteghi, dopo i Rusteghi, il Ventaglio, che la compagnia Rossi ha rappresentato ieri sera in modo inappuntabile. Pubblico numerosissimo, una quantità non ordinaria di belle signorine disseminate nei palchi, ilarità e applausi continuati dal principio alla fine della commedia, che probabilmente verrà replicata per parecchie sere». Nel numero seguente si legge: «Al Valle, dove si replicava ieri sera la bella commedia di Goldoni Il Ventaglio, c’era un pubblico numerosissimo che ha prodigato le più festose accoglienze a tutti gli artisti della compagnia, e più specialmente al comm. Rossi e alla signorina Vitaliani, la quale ha saputo tagliarsi una parte di protagonista nel personaggio di Giannina. Buon umore continuo. Il Ventaglio replicasi anco questa sera». E ancora nel numero del 28-29: «Il Ventaglio fa fortuna al Valle. Tant’è vero che stasera è già alla quarta rappresentazione». Anche il cronista teatrale del Popolo Romano [Guglielmo Canon] accompagna le recite del Ventaglio con entusiastiche, ma, come allora usava, brevissime rassegne (cfr. i num. 26 e 27 genn.). E noi raccogliamo tali voci a prova del grande consenso sempre trovato dai capolavori del Nostro, se degnamente interpretati.

Nel 1889 a Ravenna recita per la prima volta il Ventaglio Ferruccio Benini (Crespino) con la sua compagnia che alternava allora commedie dialettali a commedie italiane.

Nel 1894 al Rossini di Venezia la Compagnia Zago-Privato.

Nel 1899, 19 febbraio al Nuovo di Firenze il Ventaglio ebbe ottima interpretazione dalla Compagnia di Luigi Rasi. Diamo il nome degli esecutori principali, molti dei quali raggiunsero poi bellissima fama: Teresa Franchini (Giannina), Maria Micheluzzi (Susanna), Rosa Dondini (Geltrude), Tilde Teldi (Candida), Cesare Dondini (Crespino), Ferdinando Nipoti (Evaristo), Ferruccio Garavaglia (Coronato), Francesco Valenti (Conte).

Nel 1900, l’8 febbraio, la compagnia Zago-Privato al Filodrammatico di Trieste. Togliamo al Piccolo (8 febbraio): «La compagnia Zago-Privato recitò iersera questo capolavoro nella stessa riduzione veneziana che veniva recitata parecchi anni addietro dalla compagnia del Moro-Lin. E fu una recitazione assai viva, intonata, affiatata, nella quale si distinsero Zago nella parte del Conte e Drizzi in quella di Crespino. Il pubblico rise e applaudi moltissimo».

Nel 1903, 14 ottobre, di nuovo al Rossini di Venezia la Compagnia Zago, la Dora Baldanello e il Brizzi» (Cesare Musatti, Cronistoria cit.).

Nel 1905, 29 dicembre, al Teatro Argentina, la Drammatica Compagnia di Roma, diretta da Edoardo Boutet. Fu il secondo lavoro recitato dalla Stabile. Domenico Oliva appunta che gli esecutori, contro le istruzioni dell’autore, si sien messi a parlare appena alzata la tela e di essi loda particolarmente il Bertea (Crispino), (Note di uno spettatore. Bologna, [1911], p. 31). L. d’A. [Lucio d'Ambra] loda ancora Vittorio Pieri. (Conte), il Picasso (Evaristo), l’Almirante (Barone) e avverte che la decorazione rappresentava «un paesaggio di villaggio settecentesco veramente grazioso», opera del Cambellotti (cfr. Il Tirso, 1905, n. 1).