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464 | ATTO TERZO |
Conte. Eh niente, siamo amici. Si scherza. Fra noi altri colleghi ci conosciamo. Animo, facciamo queste nozze, questo matrimonio.
Geltruda. Entriamo in casa, e spero che tutto si adempirà con soddisfazione comune.
Candida. (Si fa fresco col ventaglio.)
Geltruda. Siete contenta d’aver nelle mani quel sospirato ventaglio? (a Candida)
Candida. Non posso spiegare l’eccesso della mia contentezza.
Giannina. Gran ventaglio! ci ha fatto girar la testa dal primo all’ultimo.
Candida. E di Parigi questo Ventaglio?
Susanna. Vien di Parigi, ve l’assicuro1.
Geltruda. Andiamo; v’invito tutti a cena da noi. Deveremo alla salute di chi l’ha fatto. (ai comici) E ringrazieremo umilmente chi ci ha fatto l’onore di compatirlo.
Fine della Commedia.
- ↑ L’autore allude scherzosamente alla propria commedia.