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IL VENTAGLIO 403


Coronato. (Son due anni che l’ha venduto).

Conte. Se il vostro è buono, mi provvedere da voi.

Coronato. (Non mi curo di questo vantaggio). (da sè)

Conte. Avete capito?

Coronato. Ho capito.

Conte. Ditemi una cosa. S’io parlassi alla giovane, e con buona maniera la disponessi?

Coronato. Le sue parole potrebbero forse oprar qualche cosa in mio vantaggio.

Conte. Voi finalmente meritate d’essere preferito.

Coronato. Mi parrebbe che da me a Crespino...

Conte. Oh, non vi è paragone. Un uomo, come voi, proprio, civile, galantuomo...

Coronato. Ella ha troppa bontà per me.

Conte. E poi rispetto alle donne, è vero, ma appunto per questo, trattandole com’io le tratto, vi assicuro che fanno per me quel che non farebbero per nessuno.

Coronato. Questo è quello che pensavo anch’io, ma ella mi voleva disperare.

Conte. Io faccio come quegli avvocati che principiano dalle difficoltà. Amico, voi siete un uomo che ha una buona osteria, che può mantenere una moglie con proprietà; fidatevi di me, mi voglio interessare per voi.

Coronato. Mi raccomando alla sua protezione.

Conte. Ve l’accordo e ve la prometto.

Coronato. Se volesse darsi l’incomodo di venir a sentir il mio vino...

Conte. Ben volentieri. In casa vostra non vi ho alcuna difficoltà.

Coronato. Resti servita.

Conte. Buon galantuomo! (gli mette la mano sulla spalla) Andiamo, (entra)

Coronato. Due o tre barili di vino non saranno mal impiegati. (entra)

Fine dell’Atto Primo.