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ho già inteso in ciò che vi ho detto che bisognasse privarne il Teatro Italiano, ne che le vostre Commedie dovessero escluderne quelle che abbiamo. Vi sono nel Teatro Francese delle Commedie di generi differenti, e non vi ha alcuno inconveniente che ve ne sia nel Teatro Italiano. Questa varietà per lo contrario può esser vantaggiosa a’ nostri piaceri. Ho detto solamente, e lo ripeto, che è ben desiderabile che il vostro genere divenga il dominante, e che voi siate abbastanza forte per non indebolirlo nelle vostre composizioni con la mischianza dell’altro.
Avete scorto, in ciò che vi ho detto della Commedia Italiana, che non ho favellato che del genere Italiano in particolare, e non del Teatro Italiano in generale: se avessi avuto per obbietto gli altri generi che questo Teatro unisce, sia in Commedie Francesi, sia in opere di Musica, non avrei mancato di accennarvi il caso che faccio e delle opere e degli Autori. Ma come che i giusti elogi, che loro son dovuti, non sono adattati al soggetto della mia Lettera, cercherò con premura un’altra occasione di lor pagare questo tributo, il quale avrei piacer grandissimo di soddisfare al presente.
Riguardo a voi. Signore, vi ho parlato forse con troppa libertà, ma come dice il vostro Filosofo Inglese nella Commedia vostra di tal titolo
Solo agli Amici in faccia Dir con rispetto il vero, ancor quando dispiaccia. |
Vi protesto intanto con tutta la schiettezza di questo Filosofo, che sono con perfettissima stima e vera Amicizia,
Signore
Vostro Umiliss. e Obbea. Servit.
MESLÉ