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canza di talento in quelli che l’affermano, e che lo seguono. Si sa che il genere satirico e di tutti il più disprezzabile, come è il più facile ed è per noi, come per tutte le Nazioni oneste e colte, un contrassegno d’uno spirito ristretto, e di un perversissimo1 cuore.

In ogni caso, se si desse che questo secondo sistema avesse preso tanto credito quanto il primo, di cui l’errore e senza dubbio più scusabile, perchè non viene dal cuore; Voi distruggereste ben presto l’uno e l’altro con la vostra fecondità, con la varietà, verità e naturalezza de’ vostri caratteri e de' vostri soggetti: benchè il genere al quale voi inclinate, non sia il genere ordinario della Nazione, la riforma del primo condurrà insensibilmente alla riforma del secondo, e vedendo buone Commedie Italiane, s’imparerà a fare buone Commedie Francesi.

Vi ho fatto in buona parte conoscere li scogli che dovete temere, e ho creduto non dovervi parlar di ciò che vien qui detto Cabala, perchè essa non può più niente su la vostra riputazione. Vi accerterò con tutto questo, che sovente non è che una chimera prodotta dall’amor proprio degl’Autori giustamente decaduti per cercar di ricoprire la vergogna del loro discredito. L’ho veduta servir di scusa in non so quante prefazioni di Commedie, alle quali ero stato testimonio della disposizione la più favorevole per gli Autori, e dove non avevo notata altra Cabala che quella da loro medesimi postata per proteggerle. Le cabale degli Amici sono senza contradizione molto più frequenti, e numerose che le altre. Agiscono pero sovente sì goffamente che ributtano gli spiriti più tranquilli, producendo un effetto del tutto contrario all’intenzione; ma si ha un bel mettere avanti tutti questi piccioli stratagemmi per riuscir a dispetto di Minerva, tutte queste misure prese da sì lontano, questi ingiusti e rozzi applausi, quel solito complimento di richieder l’Autore, che dovrebbe esser riserbato per il talento e la sublimità, tutto ciò non impone a persona, nè rende a Commedia migliore. La face della verità rischiara ben presto questi falsi lumi e l'Autore e l'opera son condannati all’oblio dalla pubblica voce che s'inalza tanto più alta, quanto sul principio era stata affogata dalle grida dell'errore. Non è forse giusto che nel Regno delle Lettere, che è una Repubblica, la libertà che deve sempre regnarvi ricuperi finalmente i suoi diritti, e ne bandisca i tiranni e gli usurpatori?

Non saprei negare che la malignità e la vile gelosia non siansi armate contro le migliori Commedie; ma il tempo rimette poi le cose in ordine e ho veduto sempre presto o tardi l’invidia abbattuta, e il vero merito o in una in altra maniera riconosciuto. Vi citerò a quest’effetto M. di Belloy, che voi ben conoscete ed ammirate. La riputazione prodottagli dal suo Tito stampato l'ha ben ricompensato de’ colpi ingiustamente portatigli nella rappresentazione del medesimo ed è stato molto meglio vendicato dopo da costanti e giusti applausi, che ha ricevuti e che avrà sempre la sua Zelmira, della quale vi siete proposto arricchire la vostra patria.

Non devo terminar la mia Lettera senza farvi osservare che sono del tutto del sentimento vostro su le Commedie a Soggetto, e Scene all’improviso: non

  1. Nell’ed. Pasquali è stampato, per isbaglio. perfettissimo. Nel testo francese: très mauvais.