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L'AMORE PATERNO | 311 |
Camilla. Ma non mi tormentate d’avantaggio.
Angelica. Pazienza. Sarà di noi quel che il cielo destinerà, (parte)
SCENA XIII.
Pantalone e Camilla.
Camilla. Ah! per il troppo buon cuore mi sono precipitata
Pantalone. Camilla. (piano, con mestizia)
Camilla. Cosa volete, signore? (con isdegno)
Pantalone. Seu in collera?
Camilla. Sono disperata.
Pantalone. Quieteve, fia mia, quieteve. Voleu che vaga?
Camilla. Volesse il cielo, che foste andato.
Pantalone Pazenzia, anderò. (incamminandosi)
Camilla (Da una parte la pietà mi stimola, dall’altra l’amore mi sforza).
Pantalone. (Pussibile che no la conossa che Arlecchin xe un strambazzo, che noi merita de esser amà, e che no la perde gnente a lassarlo? Cussì la doverave dir, cussì la doverare pensar. Mi son un omo d’onor. No ho da far cattivi offizi contra nissun).
Camilla. (Se Arlecchino non torna, cosa sarà di me?)
Pantalone. (Eh, za la vedo, bisognerà pò andar).
Camilla. (Non sarà possibile certamente ch’io viva)
Pantalone. Camilla. (come sopra)
Camilla. Camilla è stanca, Camilla è fuori di sè, non cercate più di Camilla.
Pantalone. Donca?
Camilla. Donca, donca, non m’inquietate.
Pantalone. Anderò via.
Camilla. Che tormento!
Pantalone. Le mie povere putte...
Camilla. (E una cosa insoffribile).
Pantalone. Le anderà per el mondo...