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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
GIO. DOMENICO ALMORÒ
TIEPOLO.
PER LA SERENISSIMA REPUBBLICA
DI VENEZIA
AMBASCIADORE A SUA MAESTÀ CRISTIANISSIMA.
ONTENTO di ritrovarmi a Parigi1, V. E. ha aumentata moltissimo la mia compiacenza. Mi trovo in una grande città, in mezzo ad un gran Mondo; parmi di esserci fino ad ora ben situato, ma ho sempre la mia Patria nel cuore, ed ella, che sì degnamente qui la rappresenta, col suo merito mi consola, e colla sua protezione mi onora. Non manca a Parigi tutto ciò che può render piacevole al galantuomo la vita, ma il maggior piacere ch’io abbia, si è il sentir dappertutto formar elogj al nome di V. E., ed il vederla amata e stimata da ogni ordine di persone. La stima potrebbe essere fondata su la cognizione della di Lei illustre famiglia, una delle più antiche, delle più nobili e delle più rinomate della Repubblica di Venezia, ma ciò difficilmente in una grande Città, lontana dal Paese nostro, da tutti può risapersi, e gli amatori della storia soltanto panno essere dei fasti della di Lei gran Casa informati. La stima che hanno di Lei i Francesi è fondata sopra il di Lei talento, e l’amore sopra le di Lei amabili qualità personali. Queste sono principalmente la gentilezza del tratto, la cortesia dell’animo, l'onestà del costume, la buona
- ↑ Si ricordi che il Goldoni arrivò a Parigi ai 26 agosto del 1762. — La presente lettera di dedica usci in testa alla commedia italiana nel t. V dell’edizione Pasquali di Venezia, nell’agosto del 1763.